"Tratti, declinazioni della famiglia contemporanea" di Claudio Gaiaschi
Le immagini ritraggono famiglie reali, non sono finzione. "Ma la finzione, precisa Gaiaschi, è comunque dentro l'immagine, dato che davanti allo specchio o alla macchina da presa non si è più veri." Forte e decisiva è la presenza dei neonati, con le tenere carni nella loro nudità e morbidezza sui fondi scuri e materici, realizzati usando stoffe come fondali. Il riferimento ovvio è al ritratto tedesco del Seicento, pittura severa nelle forme e nei colori; anche la luce, spesso obliqua, si rifa a quel periodo.
Ciascuna immagine contiene personaggi ed elementi dell'ambiente esistenziale del nucleo, così due mature sorelle gemelle sono ritratte con i loro fiori e piante, o due donne che si amano o due amici single che convivono con il bimbo adottato a distanza, o ancora giovani coppie con il gatto o il cane o il pitone di casa. Ritratti che si distinguono da quelli con finalità estetiche o estetizzanti, quando si interviene per correggere le imperfezioni, qui i volti emergono con i loro difetti: visi segnati, spesso per niente belli, ma tutti pregni dell'intensità del vissuto. Partendo dalla riflessione sulle diverse declinazioni assunte dalla famiglia attuale, Gaiaschi ha realizzato un'epopea moderna e antica insieme. Visi attuali d'antenati, ha scritto infatti Nicola Dal Falco, cogliendo bene lo spirito del lavoro, nel presentare per la prima volta la serie.
La mostra farà parte della 11° giornata AMACI dedicata al contemporaneo:
Al vernissage Benedetta Tecchio parteciperà con un intervento di aromatizzazione dell'ambiente della Galleria.
Claudio Gaiaschi, milanese, da un decennio ha scelto di vivere in Toscana dove attualmente si dedica insieme a Benedetta, alla distillazione di essenze profumate e oli essenziali. Ha curato campagne per grandi case come specialista nella ricostruzione di ambienti. Se nella pubblicità l'immagine è pura finzione sotto l'aspetto di una estrema pulizia iperrealista, per reazione Gaiaschi ha portato avanti ricerche in campo creativo spostandosi verso una fotografia sporca, poco definita, soprattutto in b/n. Ha così realizzato numerose serie, in mostra negli anni in Europa. Tra queste: Archeologia Industriale, 1981, sul paesaggio lombardo; Mercanzia, 1988, su una festa popolare a Certaldo; Mi-sex, 1994, su una visione colta di un fenomeno da baraccone; Multietnicità in Toscana, 1998; Maremma, 2000/2001.
Ha collaborato inoltre con Mario Giacomelli, con scrittori e giornalisti.