Marina Abramović, la mostra a Palazzo Strozzi
Palazzo Strozzi ospiterà dal 21 settembre 2018 al 20 gennaio 2019, una grande retrospettiva, con oltre 100 opere, dedicata a Marina Abramovi? artista tra le più conosciute e controverse dell'arte contemporanea che usa il suo corpo come mezzo di comunicazione.
Le immagini della mostra - video
Attiva fin dagli anni Sessanta, si definisce la "Grandmother of performance art". Una delle sue opere più famose e di grande impatto emozionale è "The Artist is present", quando l'artista per sette ore al giorno, per tre mesi, rimase seduta di fonte ad una sedia vuota dentro al MOMA di New York in attesa di qualcuno che volesse confrontarsi con lei, mettersi in gioco. Alla performance partecipò a sorpresa Ulay, artista tedesco e suo compagno di lavoro e di vita per circa dodici anni tra il 1976 ed il 1989, un momento molto forte.
La mostra a Palazzo Strozzi darà l'opportunità a fiorentini e turisti di scoprire anche le opere meno note e degli inizi dell'artista serba.
Alla scoperta di Marina
Nella mostra saranno visibili alcune performance di Marina Abramovi? interpretate da alcuni artisti, sotto il programma
IMPONDERABILIA
La re-performance avrà luogo tutti i giorni dalle 11.30 alle 19.30, giovedì fino alle 21.30
La performance fu realizzata per la prima volta nel 1977 presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna, dove Marina Abramovi? e Ulay trascorsero novanta minuti in piedi uno di fronte all'altro, immobili e nudi in uno stretto passaggio d'ingresso, costringendo i visitatori che volevano entrare nel museo a passare in mezzo a loro. La performance doveva durare sei ore, ma fu interrotta dalla polizia Nella re-performance due performer sono nudi in uno stretto passaggio all’ingresso della prima sala del Piano Nobile e i visitatori possono scegliere se passare in mezzo ai due corpi o lateralmente.
FREEING SERIES
Le re-performances avranno luogo giovedì e sabato dalle ore 16:00
Le tre re-performance, che si alternano ogni settimana, rievocano la famosa serie dei Freeing che per Marina rappresentò un rito di passaggio per “esorcizzare” il proprio contesto di origine prima di lasciare Belgrado nel 1975. Freeing the Voice prevede che il performer, sdraiato a terra su un materasso con la testa rovesciata all’indietro, urli fino a perdere la voce. In Freeing the Memory la/il performer è seduta/o su una sedia e ripete ininterrottamente parole e frasi nella propria lingua. La performance termina quando non vengono più in mente parole. Freeing the Body verrà eseguita accompagnata, da un percussionista dal vivo. La musica e il ritmo di un tamburo africano muovono il corpo del performer che con la testa fasciata da una benda nera danza e si muove fino a quando cade a terra esausto.
LUMINOSITY
La re-performance avrà luogo lunedì, giovedì e venerdì dalle ore 15:00 alle ore 16:00, domenica dalle ore 12:00 alle ore 13:00
Il lavoro, che fa parte della performance Spirit House, realizzata da Marina presso la galleria Sean Kelly a New York nel 1997, suggerisce una riflessione sull’intensità della spiritualità che riesce a imporsi sulla fisicità del corpo attraverso il controllo del movimento, del ritmo e della gestualità. La perfomer, nuda, resta in equilibrio per trenta minuti su un sellino di bicicletta, con i piedi sospesi dal suolo, muovendo lentamente le braccia e le gambe. L'intensità della luce fa accrescere lentamente il volume dello spazio.
CLEANING THE MIRROR
La re-performance avrà luogo martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle ore 14:30 alle ore 19:30
La re-performance ripercorre esattamente quella di Marina Abramovi? nel 1995: sedendo con uno scheletro umano in grembo, con dolcezza e attenzione cercava di pulirlo con una spazzola. Ma l’artista si sporcava sempre più, poiché sciacquava la spazzola nell’acqua mescolata ad argilla. Una performance di cinque ore che rinvia, tra l’altro, a riti di morte tibetani che preparano i discepoli a diventare tutt’uno con la propria mortalità.
THE HOUSE WITH THE OCEAN VIEW
La re-performance (durata: 12 giorni) avrà luogo da mercoledì 28 novembre a domenica 9 dicembre
Nella re-performance la performer, come aveva fatto Marina Abramovi? nel 2002 alla galleria Sean Kelly di New York, resta in isolamento, silenzio e digiuno per dodici giorni sotto gli occhi del pubblico. In tre piccoli ambienti sopraelevati, congiunti a terra da scale i cui pioli sono sostituiti da coltelli con lame rivolte verso l’alto, vestita con abiti ispirati al costruttivista Aleksandr Rodcenko (1891-1956), la performer stabilisce con i visitatori uno scambio di energia molto intenso, fondamentale per la riuscita della performance.
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