L'Ombra degli Etruschi sulla storia della Toscana in mostra a Prato
Un percorso archeologico tutto da scoprire che va da Fiesole ad Artimino, passando per Gonfienti. La storia di Prato affonda le radici nella civiltà etrusca e il Museo di Palazzo Pretorio, cuore del patrimonio culturale cittadino, intende riannodarne i fili dedicando un'interessante mostra alle popolazioni etrusche stanziate a Nord del fiume Arno, lungo la direttrice della piana di Firenze-Prato-Pistoia, del Mugello/Val di Sieve e del Montalbano.
La mostra "L'ombra degli Etruschi. Simboli di un popolo fra pianura e collina" è in programma dal 20 marzo al 30 giugno 2016. Oltre trenta preziosi reperti, alcuni mai visti, una produzione di pregio tra cippi, stele e bronzetti per raccontare una storia ricca di suggestioni, che ricostruisce le lontane radici culturali di quest'area della Toscana passando per Prato con la città di Gonfienti. La mostra è promossa dal Comune di Prato - Assessorato alle Politiche Culturali, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Soprintendenza Archeologia della Toscana in collaborazione con Il Polo Museale Regionale della Toscana.
"La presenza storica degli Etruschi è importantissima per la Toscana e la sua identità - ha affermato la vicepresidente e assessora alla cultura Monica Barni alla presentazione dell'evento insieme al soprintendente archeologico della Toscana Andrea Pessina, alla consigliera regionale Ilaria Busetti e all'assessore alla cultura di Prato Simone Mangani -. Non è dunque un caso che possano aprirsi due mostre di rilievo, loro dedicate, nell'arco di 48 ore: il 18 al Maec di Cortona sulla scrittura etrusca e il 19 questa a Prato, che ricostruisce un percorso storico ben testimoniato da reperti importanti che meritano il massimo dell'attenzione". "Una mostra che riconnette la storia di Prato e del suo territorio con una memoria offuscata da anni di oblio e silenzio", ha aggiunto l'assessore Mangani.
L'ombra degli Etruschi. Simboli di un popolo fra pianura e collina presenterà dieci bronzetti e 24 monumenti in pietra (cippi e stele) decorati a rilievo, appartenenti a famiglie gentilizie che ponevano sulle proprie tombe l'immagine di se stesse, quella che volevano trasmettere all'esterno. Si tratta delle 'pietre fiesolane', una delle produzioni che meglio caratterizzano un'ampia porzione di territorio fra pianura e collina dal Mugello alla Val di Sieve, dall'area fiorentina e fiesolana fino a quella pratese e pistoiese. Un modo unitario e omogeneo, dai risvolti sacri e connessi al mondo dell'oltretomba, capace di riunire per la prima volta in un'unica sede i pezzi più pregiati in funzione della loro rappresentatività sul territorio.