La mostra fotografica: Firenze di notte dal barchino dei renaioli
Roberto Mosi è stato premiato al Concorso Internazionale Stefano Ussi promosso dal Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, per la fotografia “Il barchino dei renaioli” (ottobre 2018), un tema che riprende con la mostra ad Arteincasa/ Cellai Boutique: “Firenze di notte dal barchino dei renaioli”.
Nell’opera di Mosi è costante l’attenzione alla città di Firenze: fra le mostre realizzate “NONLUOGHI” (2009), “FLORENTIA” (2010), “MITO” (2011), “TRACCE” (2013), “FIRENZE RIFLESSA” (2013), “FIRENZE CALPESTATA” (2014), “FIRENZE DIETRO LA FACCIATA” (2015). Nella Playlist “Felicità” su YouTube, sono segnalati quaranta video che documentano la ricerca dell’autore sul rapporto fra fotografia, pittura e poesia. Alla Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa è in corso la mostra, realizzata insieme a Adriana Freddi, su un luogo vivo e suggestivo del centro cittadino: “H24 / Il Porcellino racconta la storia del Mercato”.
Di particolare rilievo la mostra personale al Circolo degli Artisti “Casa di Dante”: “Firenze, foto grafie”, 2016 (illustrata su YouTube: indirizzo LnZv7r30CMw, e dall’omonimo e-Book). Nella mostra ha presentato in forma antologica i lavori dedicati alla città, ripresa in ogni angolo con lo sguardo curioso del flâneur che vaga curioso per le vie.
Fra le recensioni ricevute: G. Nobili Vitelleschi, Giornale dell’Arte online, luglio 2011, scrive su “MITO”: “Il primo passo dell’autore è muoversi intorno all'opera e cogliere lo “sguardo” sul paesaggio, per conquistare l'aura che la rende unica»; Silvia Ranzi, rivista “Pegaso” al numero 12 del 2013, afferma: “La mostra “FIRENZE CALPESTATA” richiama la conservazione delle memorie storiche silenti sotto il calpestio dei passanti, come la lapide in Piazza della Signoria dedicata a Girolamo Savonarola. Ci offre rapide inquadrature di figure, sorprese in scorci dal basso, nella dinamica degli arti inferiori, nell’azione del camminare, correre, stazionare”; si veda inoltre “Fotografi in Toscana 2016”, Masso delle Fate.