I Radiohead a Firenze illuminano i 30mila del parco delle Cascine | VIDEO
La band inglese ha letteralmente mandato in delirio gli spettatoti assiepati lungo il prato delle Cornacchie con una scaletta che ha racchiuso un ventennio di storia del rock
Manca poco alla mezzanotte, Thom Yorke lascia le tastiere, saluta e abbandona il palco. Jonny Greenwood, Colin Greenwood, Ed O'Brien e Phil Selway portano in fondo Everything In Its Right Place, poi l’ultimo boato, l’ultimo saluto. Escono e non ritornano; e pace se non c’è stato lo spazio per Paranoid Android oppure per Creep. Alla fine dei 30mila accorsi alle Cascine, assiepati nel prato delle Cornacchie, non si è lamentato nessuno. I Radiohead hanno toccato il cuore di Firenze. Forse perché rappresentano la miglior espressione musicale degli ultimi vent’anni; forse perché sanno parlare all’anima in forme diverse; forse perché hanno la forza di strapazzare ed immediatamente dopo cullare la mente e il corpo.
Elettronica, psichedelica, jazz, rock, lo spazio del loro mondo non ha confini. Un continuo superamento di generi e stili, ‘mostrato’ ieri sera in tutta la sua forza. Tanta elettronica all’inizio, poi il repertorio che li ha consacrati come giganti della contemporaneità. Gli spettatori tutti in piedi, ad ascoltare. Si perché i Radiohead si fanno ascoltare, li devi ascoltare. Succede quando c’è di mezzo l’arte.
CONTROLLI ANTIDROGA
Ascoltare ma anche guardare. Un palco essenziale dominato e strutturato da un unico elemento, la luce, o meglio i colori. Quelli che accompagnano l’energia dell’elettronica, quelli che seguono il vortice della psichedelica, quelli che fissano nel cuore le prime tre note di ‘Karma Police’. C’era tanto di nuovo in scaletta, ed è normale che sia così, ma c’era anche roba forte. Quella che vince il tempo, che scalda la memoria. Un po’ come i libri amati: ogni tanto ne va presa in mano una pagina, e non importa quanto sia conosciuta. Un pezzo di storia del rock ha affettato le Cascine e non gli ha fatto male.
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