Nel tempo degli Dei: Il calzolaio di Ulisse
Noi troveremo i luoghi delle peregrinazioni di Ulisse il giorno in cui rintracceremo il calzolaio che cucì l'otre dei venti di Eolo. (Eratostene)
Gli dèi quando giocano, giocano pesante. Se sbagliano hanno sempre il tempo di mettere le cose a posto. Per gli dèi il tempo non conta: non invecchiano, non seccano, hanno sempre tempo per fare e rifare le cose. Forse per questo non possono capire che ciò che accade a noi umani muta le cose, a volte per sempre. A nessuno di noi gli dèi possono restituire i dieci anni passati sulla spianata davanti a Troia, lontano da casa, e la rovina che quei dieci anni generarono, per qualcuno, non è ancora finita.
Il calzolaio di Ulisse
Era nata come Odissea tascabile, è cresciuta nel tempo, nei suoni e nello spazio: è diventata olimpica e quasi alpina. Perché Ulisse più lo conosci e più ti porta lontano: e la distanza (celeste e marina) è la condizione essenziale per comprenderlo e cantarlo. Perché di questo si tratta: un canto. Forse il canto. Antico di tremila anni, passato di bocca in bocca, e di anima in anima: il soul per eccellenza. Perché questa è la storia dell'Occidente, e tutto contiene: dal primo istante, quando nulla esisteva, e un giorno cominciò a esistere, a partire proprio da quelle misteriose, ambigue capricciosissime entità che questa storia muovono: gli dèi.
Di Marco Paolini e Francesco Niccolini - regia: Gabriele Vacis - con: Marco Paolini e con Saba Anglana, Elisabetta Bosio, Vittorio Cerroni, Lorenzo Monguzzi, Elia Tapognani - musiche originali di Lorenzo Monguzzi con il contributo di Saba Anglana e Fabio Barovero.