"Il calapranzi" di Harold Pinter
La Nuova Compagnia di Prosa in collaborazione con Namastè Teatro presentano "Il Calapranzi" di Harold Pinter.
Regia di Antonio Susini con Luciano Nardini e Michele Fabbri.
Dopo il teatro di Luigi Pirandello, con L’uomo dal fiore in bocca e La Patente, Antonio Susini affronta un altro titano del Teatro contemporaneo, Harold Pinter, firmando la Regia di “The Dumb Waiter” ovvero il Calapranzi.
Scritto da Pinter nel 1957, “Il Calapranzi” fa parte della prima stagione drammaturgica dell’autore dove, all’interno di un linguaggio quotidiano, il non detto risulta essere metafora di un solo meccanismo, quello della violenza. Violenza sotterranea, fatta di sguardi a tratti quasi impalpabile, ma che manifesta, con scatti improvvisi, tutta la sua furia oppressiva.
Oppressiva come la stanza disadorna con due letti, due sedie e due uomini che aspettano…aspettano l’arrivo di istruzioni. Istruzioni che tardano ad arrivare, ma che quando arrivano sono senza significato, (parole che prendono la forma di immagini quasi primordiali come le tecnologiche faccine di whatsup o le ricette del cibo di cui la nostra società pare essere ossessionata).
Ben e Gus aspettano, in un’attesa riempita di parole senza senso, dove la tensione attraverso un dialogare teso e scattante, costruito su ritmi in cui i silenzi contano quanto le battute, la fa da padrone.
Lo stile registico scelto da Susini porta in piena luce il messaggio di Pinter – dove l’apparente mansuetudine dei due protagonisti cela una irrequieta oppressione dell’animo e della psiche. In una dimensione spesso rarefatta e quasi irreale, ci racconta le ansie, le paure, l’insicurezza e l’incomunicabilità degli esseri umani.
A cinquant’anni dalla sua stesura, il Calapranzi continua a sfuggire alle maglie di un teatro di genere, ponendo interrogazioni senza tempo, interrogazioni che risuonano tra le mura di un sottosuolo…perché sono qua ?