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Economia

Dopo Granarolo, anche Parmalat e Latte Maremma puntano alla Mukki

Secondo l'Agenzia di stampa Dire se Granarolo acquisterà il 18% di Pistoia proporrà al Comune di Firenze, da socio di minoranza, un nuovo piano industriale per la Centrale del latte toscana. Parmalat alla finestra. Maremma? "Interessati"

Sarebbero quattro le società interessate potenzialmente a rilevare Mukki, la Centrale del latte toscana a capitale interamente pubblico (Comune e Camera di commercio di Firenze che la controllano in sindacato rispettivamente col 42,858% e l'8,069%, la regionale FidiToscana col 23,892%, Comune di Pistoia col 18,416%, e Comune di Livorno, Area Livornese e Provincia di Livorno con il 6,759%). Il Comune di Firenze parla di un futuro "alleggerimento" della propria quota, mentre Livorno attende di capire cosa dirà la legge di stabilità sulle partecipate. Ma intanto ad aprire le danze ha pensato il terzo azionista di peso, il Comune di Pistoia, che con avviso pubblico emesso lo scorso 23 ottobre ha messo in vendita la sua quota.

Secondo quanto risulta all'Agenzia Dire, oltre a Granarolo, che non ha mai fatto mistero del suo interesse (confermato questa mattina dal presidente del colosso cooperativo bolognese Gianpiero Calzolari), interessato a visionare il futuro dossier di Mukki ci sarebbe anche l'altro colosso del latte Parmalat (controllato dai francesi di Lactalis dopo il default dei Tanzi) e due potenziali outsider locali: il Consorzio produttori Latte Maremma, che fa base nel grossetano dove ha sede lo stabilimento, e la Centrale del Latte di Torino, che col marchio "Tappo Rosso" è quotato al segmento Star di Borsa Italiana. Curiosità: come membro indipendente nel cda di Tappo Rosso siede anche l''ex ministro del lavoro Elsa Fornero.

GRANAROLO SOCIO DI MINORANZA - Dei quattro potenziali competitor solo Granarolo finora è venuto alla luce del sole. Bologna attende che si chiarisca il quadro tra i soci pubblici, ma potrebbe valutare un ingresso in Mukki in punta di piedi- magari gareggiando per acquisire il 18% di Pistoia- per poi andare a concordare con Firenze da socio di minoranza un nuovo piano industriale per la Centrale del latte toscana. Questo nell'eventualità che Palazzo Vecchio voglia mantenere le sue quote in Mukki. Quale che sia l'eventuale partner privato di Mukki, il suo peso nella società, dopo aver rilevato Pistoia, potrebbe ulteriormente salire una volta che anche la Regione decidesse messo in vendita il suo 23%. Pochi giorni fa il presidente Rossi- annunciando la dismissione da parte di Palazzo Strozzi di tutte le sue partecipazioni tranne Fiditoscana- ha inserito anche Mukki nell'elenco di quelle da lasciare. E il fatto che la partecipazione sia in capo proprio a Fiditoscana non dovrebbe lasciare margini di incertezza sulla decisione, perché Rossi intende riportare l''azione di Fiditoscana nell'alveo originario del sostegno al credito per le aziende in crisi. Granarolo comunque vuol metter piede nelle stalle del Mugello. "Per noi- ha sottolineato in mattinata Calzolari- le possibili aggregazioni sono tutte opportunità".

LATTE MAREMMA SI’, TAPPO ROSSO NO - Latte Maremma è interessata alle quote di Mukki messe in vendita dal Comune di Pistoia? "Non confermiamo, né smentiamo". È enigmatica la risposta del consorzio grossetano, uno dei quattro players interessati a contendersi la Centrale del latte della toscana. Il consorzio di produttori di Grosseto non entra in tackle deciso sulla questione ma neanche si smarca sedendosi in panchina. "Quando parliamo di produzione e commercializzazione di latte in Toscana- fanno sapere da Latte Maremma- connesso ad un soggetto importante come Mukki è chiaro che c'è un'attenzione particolare ed interesse sulla notizia". Detto questo però dire che un interesse fisiologico, vista la geografia del business, si formalizzerà in un'azione concreta "è decisamente troppo presto per dirlo". La testa e le mani di Latte Maremma in queste ore sono impegnate nell'inaugurazione di una nuova ala dello stabilimento (21 novembre) dedicata alla produzione dei nuovi prodotti. Solo dopo aver tagliato il nastro si riunirà il Cda. Giusto in tempo per decidere se calare le carte in tavola, visto che l'avviso pubblico emesso lo scorso 23 ottobre dal Comune di Pistoia sul suo 18% scadrà il primo dicembre a mezzogiorno.

Tempo ce n'è, e tuttavia il quadro man mano si sta parzialmente scremando. Perché se Latte Maremma si conferma con le orecchie dritte, se Granarolo è deciso ad approfondire il dossier Mukki con addirittura una strategia di mercato già confezionata e se Parmalat resta a guardare dalla finestra, da questa partita si defila la Centrale del Latte di Torino. Secondo quanto risulta alla Dire, infatti, 'Tappo Rosso' non è interessata a gareggiare per una partita di minoranza, trovandosi poi a dialogare e discutere con lo spezzatino di soci pubblici. Altra cosa, e a quel punto Torino probabilmente proverebbe a recitare un ruolo da protagonista, se sul mercato finisse la maggioranza del pacchetto azionario. Ipotesi non troppo peregrina visto che la quota appetibile ai privati potrebbe ulteriormente salire una volta che anche la Regione decidesse di mettere in vendita il suo 23%.

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