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Economia

"Spesometro": i commercialisti toscani chiedono la sospensione

"Non più disponibili a collaborare, no a discrezionalità Agenzia delle Entrate"

I commercialisti toscani tuonano contro lo "Spesometro", il nuovo obbligo di trasmissione telematica dei dati di tutte le fatture, emesse e ricevute, introdotto recentemente nel nostro ordinamento. Dopo che il Consiglio nazionale ha sottolineato a più riprese "l’estrema complessità e gravosità del nuovo adempimento in termini di costi e tempi necessari, nonché la sua singolarità nel panorama normativo dei Paesi ad economia avanzata" e nonostante le mobilitazioni, i commercialisti toscani chiedono una sospensione del provvedimento "fino a quando non saranno messi a disposizione mezzi di trasmissione sicuri".

"Non è accettabile - scrive in una nota il Presidente Maurizio Masini - che in un paese civile si gestiscano in questo modo iniziative di simile portata e ancora meno accettabile è che si obblighino i contribuenti ad inviare dati che non si è in grado di proteggere, con il rischio di generare agli stessi danni derivanti dall’utilizzo improprio delle informazioni relative alle dinamiche aziendali da parte di terzi interessati".

"Non appare assolutamente condivisibile - aggiunge - la previsione secondo la quale gli uffici locali dell’Agenzia delle Entrate sono chiamati a valutare la possibilità di non applicare sanzioni, ove riscontrino obiettive difficoltà per i contribuenti, per meri errori materiali e/o quando l’adempimento sia stato eseguito dopo il 5 ottobre, ma entro i 15 giorni dall’originaria scadenza. Tale discrezionalità lasciata agli uffici locali della Agenzia delle Entrate potrebbe creare ulteriori criticità e trattamenti potenzialmente differenziati nella valutazione di merito sulla non applicabilità delle sanzioni".

I commercialisti, che parlano di "mancanza di rispetto", "non sono più disponibili a lavorare in queste condizioni di estremo disagio, di perdurante incertezza e di costante affanno", conclude Masini. 

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