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La protesta

Shopping di Natale a rischio: venerdì scioperano i lavoratori del commercio

Agitazione per il rinnovo di dieci contratti scaduti da anni. Si fermano anche i dipendenti di Opera

A rischio gli ultimi acquisti di Natale, l’ingresso ai musei e anche le mense scolastiche per lo sciopero di domani indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Toscana. Una mobilitazione nazionale con manifestazioni interregionali a Milano, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari. E sono almeno 400 i fiorentini attesi nella Capitale per chiedere il rinnovo dei contratti scaduti, alcuni addirittura dal 2019, che sono 10: terziario (servizi alle imprese, Opera compresa), distribuzione moderna organizzata (alcune catene commerciali), distribuzione cooperativa (le cooperative), alberghi, pubblici esercizi (bar, ristoranti), ristorazione collettiva e commerciale (mense ospedaliere e scolastiche, autogrill e simili), agenzie di viaggi e aziende termali.

Cinquecentomila i lavoratori toscani coinvolti, su un totale di cinque milioni a livello nazionale. La giornata di stop, si legge in una nota dei sindacati “è finalizzata a denunciare lo stallo delle trattative e l’ormai insostenibile situazione in cui versano le lavoratrici e i lavoratori, mentre i settori del terziario e del turismo registrano una ripresa e un aumento dei fatturati”.

“Sciopereremo per un turismo che garantisca maggiori diritti ai lavoratori e alle lavoratrici del settore. Vogliamo meno flessibilità e più certezze per chi lavora in questo settore. Scendiamo in piazza perché nel turismo vi sia più lavoro a tempo indeterminato e meno lavoro stagionale spesso gestito con la massima precarietà - commenta Laura Zucchini, responsabile del settore Terziario Commercio per la UilTucs Toscana area di Firenze - Uno sciopero per chiedere aumenti salariali che ci consentano di recuperare il potere di acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori ridando loro dignità e libertà. Uno sciopero intersettoriale nazionale perché non si torni ai padroni ed agli schiavi”.

In piazza anche i lavoratori di Opera: ”Da quattro anni i loro salari sono fermi, a fronte di un aumento del costo della vita che si è impennato. Per questo anche loro saranno con noi a scioperare venerdì: da Firenze abbiamo organizzato 7 pullman per andare a Roma, porteremo in tutto 400 persone di tutti i settori interessati dalla mobilitazione, considerando anche chi verrà con mezzi propri o in treno. Ciò dimostra quanto siano sentite da chi lavora le ragioni dell’agitazione”, aggiunge Maurizio Magi, segretario Filcams Cgil Firenze.

L’intesa sui servizi museali in caso di cambio appalto

La buona notizia, invece, arriva per le lavoratrici e i lavoratori interessati al prossimo cambio di appalto dei servizi museali del sistema degli Uffizi (interessati circa 200 addetti ora in Opera). Due giorni fa, presso il tavolo di crisi della Regione, alla presenza del consigliere del presidente Eugenio Giani per il lavoro, Valerio Fabiani, del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, dei sindacati e delle Rsu è stato siglato un verbale di intesa che costituisce un importante strumento di tutela per le lavoratrici e i lavoratori interessati al prossimo cambio di appalto dei servizi museali del sistema degli Uffizi (interessati circa 200 addetti ora in Opera).

Il verbale d'intesa, che conferma quanto previsto dalla pre-intesa siglata al medesimo tavolo il 30/08, chiarisce in modo stringente che il mantenimento delle condizioni contrattuali, economiche e normative dei lavoratori coinvolti nel cambio di concessione “rappresenta una delle condizioni fondamentali nella procedura di assegnazione del bando”.

“Tale intesa, unica nel suo genere, mette in campo un sistema di protezione per i lavoratori coinvolti che coinvolge direttamente la stazione appaltante e fissa un principio di grande rilevanza, cioè che il rispetto delle condizioni economiche e normative lavoratori sono un elemento essenziale nelle gare di concessione e appalto. Questo risultato, che è straordinario ed è frutto della lotta dei lavoratori, arriva a conclusione di un periodo di mobilitazione resa necessaria da un bando di gare che non garantiva il salario e i diritti dei lavoratori”, dicono i sindacati.

Un accordo che “rimedia a una situazione che stava determinando l'insopportabile paradosso per il quale uno dei Musei più ricchi e visitati al mondo produceva, tramite gara, un sensibile peggioramento delle condizioni di lavoro. Una vera e propria assurdità. Denunciamo da anni la totale insostenibilità del sistema degli appalti e chiediamo, da anni, un serio confronto con le istituzioni, i partiti politici e tutti i soggetti interessati con l'obiettivo si uscire dal sistema degli appalti. Gli appalti producono lavoro povero, precarietà e lavoro poco qualificato e come sindacati siamo stanchi di operare sempre nella logica di riduzione del danno. Noi il danno vorremmo evitarlo, evitando una volta per tutte gli appalti”.

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