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Economia

Il sindaco Renzi vuole rivedere i contratti aziendali per risanare Ataf

Turni di lavoro più lunghi e flessibili per disincentivare l'abuso di assenteismo. Ieri l'incontro tra i sindacati e Renzi. Si chiedono prepensionamenti pagati dalla Regione

In Ataf si sembra arrivati ad una tregua, un armistizio tra sindaco e sindacati  proponendo cambiamenti per riavviare a risanare il tpl fiorentino. La corsa solitaria dell’azienda, fuori dalla logica del gioco di squadra regionale, sembra aver richiesto la stipula di alcuni diktat necessari alla sopravvivenza, seppur ancora la via della privatizzazione rimanga aperta a tutti gli effetti. Il Comune di Firenze ancora non ha firmato le deleghe che trasmetterebbero le competenze del TPL Regione in vista della gara per il gestore unico dei trasporti su gomma. Non lo ha fatto e per adesso non ha intenzione di farlo. Un vero braccio di ferro, tra interessi economici e prese di posizione politiche. Così sta prendendo forma l'ipotesi che Ataf resti nelle mani di Palazzo Vecchio. Quella dell'azienda municipalizzata tuttavia non è la strada, è una via, una possibilità. Una via stretta perimetrata da certi caposaldi fissi, non eludibili, come è emerso dopo il vertice di ieri sera a Palazzo Vecchio tra il Renzi ed i vertici del sindacato cittadino. Turni di lavoro più flessibili, e più lunghi di quindici minuti, in pratica un autista guiderebbe 37 ore settimanali a fronte delle attuali 35,30. Più lavoro o meno riposo: infatti se questa possibilità fosse scartata allora l'altra opzione sarebbe quella di diminuire i giorni di riposo, 12 in meno rispetto agli 84 da contratto. Inoltre misure atte a disincentivare l’abuso di assenteismo e relativa malattia. Come? Restringendo le fasce che danno diritto ai premi annuali di produttività. L'intero se lo prenderanno i pochi che rarissimamente mancheranno dal posto di lavoro, si parla di massimo tre giorni da spendere in un anno. Non solo, anche prepensionamenti per almeno 23 dipendenti fino a un massimo di 52, necessariamente non autisti, da finanziare con risorse regionali.  

 "E' stato un confronto franco e sereno nel quale il primo cittadino si è dichiarato disponibile a tornare indietro sulla privatizzazione di Ataf a condizione che i lavoratori siano disponibili a fare grandi sacrifici - ha spiegato al termine della riunione Americo Leoni di Faisa - quantificabili in 5-6 milioni di euro, o se, si vuole, 120-130 unità lavorative. Se non si vogliono fare questi tagli, ci sarà da rivedere normative e contratti aziendali per far costare meno della cifra indicata il funzionamento dell'azienda - ha aggiunto il sindacalista - la strada è molto stretta ed al riguardo noi ci impegneremo, ma la difficoltà vera consiste nel rimborso chilometrico che è insufficiente e la mancata rivalutazione Istat, per cui quand'anche dovremmo decidere in favore delle proposte del sindaco, l'anno prossimo avremmo difficoltà identiche a quelle di quest'anno per l'aumento del costo del gasolio, del bollo e delle materie prime. O la Regione, dunque, si mette in testa che per dare un servizio ai cittadini servono i soldi, oppure, come ama dire il sindaco Renzi, le nozze coi fichi secchi non si possono fare".
 

RENZI - Per il primo cittadino l'incontro è andato "molto bene". “Ai sindacati – ha affermato Renzi – il compito di scegliere: privatizzazione o azienda pubblica. Se vorranno mantenere l’azienda pubblica si devono cambiare le regole del gioco, perché così non si può andare avanti. Anche perché io sono il difensore dei quattrini dei fiorentini, che non possono essere buttati via”. Mentre l'assessore al lavoro Stefania Saccardi, (anche lei presente, insieme al presidente di Ataf Filippo Bonaccorsi), ha sottolineato "l'importante apertura del sindaco, che ha rimesso in discussione la possibilità di vendere l'azienda e di mantenerla pubblica, a condizione ovviamente che si possa raggiungere un equilibrio economico". La piattaforma è stata lanciata, ora la palla passa al sindacato ed ai lavoratori. Entro pochi giorni le segreterie dovranno comunicare a Palazzo Vecchio se disponibili a trattare ed avviare un percorso sulle linee apprese ieri sera. Un percorso brevissimo: una volta avviato Renzi è deciso a chiudere la partita in meno di 10 giorni. Altrimenti, un'unica soluzione: privatizzazione.
 

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