Azienda cinese licenzia 14 senegalesi: la Regione scrive alla Procura
Protesta dei lavoratori di Calenzano: "A noi le mansioni più faticose, cacciati per aver preteso i pagamenti"
Quattordici operai senegalesi hanno denunciato di essere stati, di fatto, "licenziati" da un'azienda, di proprietà cinese, a Calenzano (Firenze). Questa mattina hanno tenuto un presidio di fronte alla sede della Giunta regionale della Toscana e sono stati ricevuti dal consigliere per il lavoro del presidente Enrico Rossi, Gianfranco Simoncini, i quali, assieme al console del Senegal, Eraldo Stefani, hanno inviato una lettera alla proprietà e annunciato che invieranno una segnalazione alla Procura della Repubblica e agli organi ispettivi (Asl, Ispettorato del lavoro, Inps) incaricati di verificare le condizioni di lavoro, per gli eventuali controlli.
La ditta è la Pullzeta, che, secondo la denuncia diffusa dalla Fiom, non avrebbe rinnovato i contratti a tempo indeterminato, nel passaggio dalla precedente gestione, soltanto ai quattordici giovani, tra cui alcune donne, di origine senegalese. "Ci hanno fatto fuori perché abbiamo fatto gruppo per
rivendicare i nostri diritti", ha spiegato Ngom Abdou che è in Italia da sette anni. "Ho iniziato a lavorare con la precedente azienda nel 2014 (che si chiamava Metalucido ndr), ed eravamo assunti a tempo indeterminato. Poi in maniera informale ci avevano comunicato che saremmo stati riassunti a tempo indeterminato, cosa che è stata fatta con i circa altri 100 lavoratori, tranne che appunto a noi", ha detto ancora Abdou. "Ci siamo lamentati per avere effettivamente i soldi che risultavano dalla busta paga e farci pagare gli straordinari - ha continuato Abdou- e questo è stato il risultato". I 14 senegalesi hanno anche raccontato di essere stati impiegati nella parte più dura del lavoro, di pulimentatura di accessori metallici destinati all'indotto delle grandi firme della moda.