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Il 40% dei servizi Ataf sarà in mano a privati? I sindacati indicono lo sciopero

Dopo la scelta di creare un gestore unico con l'eventuale ingresso in Ataf di privati arriva la protesta dei sindacati. Il 4 aprile indetto uno sciopero di ventiquattro ore

Uno dei temi caldi di questa primavera fiorentina riguarderà la delicata situazione che si sta creando attorno all’Ataf. La società per il trasporto pubblico ha chiuso il bilancio 2010 in pareggio, una novità che mancava da più di cinquant’anni. Tutto ciò è stato possibile anche e soprattutto grazie all’una tantum di 2,5 milioni di euro che la Provincia di Firenze ha versato nelle casse Ataf a chiusura del contenzioso creatosi per il mancato riconoscimento da parte di Palazzo Medici Riccardi di alcuni costi aggiuntivi (vedi il costante aumento dei carburanti o le spese di manutenzione) sostenuti dall’azienda.
 Per questo i vertici Ataf e Palazzo Vecchio, azionista di  maggioranza con l’80% del capitale sociale, hanno pensato di sopperire ad una gestione penalizzante, con un piano che ristrutturi radicalmente l’azienda. Due società distinte, una pubblica gestore del patrimonio immobiliare, l’altra si occuperà dei servizi al cittadino con quote di partecipazione privata sull’odine del 30, 40 per cento.
 Molti interessi in gioco ed ora spuntano anche i primi nomi che, pare, sarebbero interessati a concorrere nella gara d’asta che stabilirà chi siederà accanto ad Ataf nella gestione dei servizi.

PRIVATI -  Una gara che probabilmente si consumerà nel mese di maggio e che, se le indiscrezioni saranno confermate, vedrà gareggiare tra gli altri la francese Ratp, che già collabora con Ataf nella gestione della linea 1 della tramvia Scandicci-Santa Maria Novella e che non ha mai di fatto negato il suo interesse per l’acquisizione di quote, Trenitalia, il colosso dei trasporti inglese Arriva, l’Atm di Milano e l’Atc di Bologna. Interessi, business ma non solo: è attorno a quest’ottica privatista che le opinioni si spaccano surriscaldando tutto il dibattito in corso. Alle parole del presidente Ataf  Bonaccorsi, che ha rivendicato questa scelta come l’unica possibile per rilanciare l’azienda e per approdare a nuovi business, come la gestione dei parcheggi scambiatori lungo la linea 1 della tranvia, hanno infatti risposto più volte le Rsu Ataf decisamente contrarie sia alla divisione della società che all’ingresso di denari privati.

I rappresentanti sindacali denunciano che lo spacchettamento societario non è una soluzione per rilanciare l’azienda. Il loro no è ancora più deciso quando si parla di possibili cessioni a capitali privati. Rivendicano che la proprietà deve continuare ad essere dei fiorentini e portano sul tavolo esempi già ampiamente fallimentari di altre aree toscane in cui si è scelto la compartecipazione statale e privata. Per questo, per protestare contro questa ristrutturazione in atto, le Rsu Ataf hanno scelto la linea dura ed hanno indetto per il quattro aprile un’intera ventiquattro ore di sciopero totale dei servizi.

CAMBIAMENTI - La partita fiorentina sui trasporti pubblici è solo all’inizio e si va a concatenare all’interno di un complesso scacchiere politico, amministrativo ed economico che interesserà l’intera regione lungo tutto il corso del 2011. La vicenda dell’Ataf di Firenze è la testa di ponte di una serie di eventi nuovi ed inediti che modificheranno mobilità pubblica toscana. All’orizzonte, ma non troppo, infatti c’è la decisione assunta dalla Giunta Toscana: dal primo gennaio 2012 tutto il trasporto della regione dovrà essere gestito da un unico ente.
Tutto il traporto gomma ma facilmente anche quello su rotaie sarà gestito, organizzato e coordinato da un unico ente. La Regione Toscana pensa che questa novità epocale aiuterà a contenere i costi esorbitanti del pacchetto trasporti e renderà più efficiente i servizi al cittadino ed è pronta a lanciare il bando europeo.

 Ataf è decisa a competere e si è mossa su un doppio binario: se da una parte il presidente Bonaccorsi ha sottoscritto il mese scorso nella sede del Cispel Toscana un protocollo d’intesa per la nascita tra Ataf, Autolinee Toscane, CTT, Tiemme e Sita di un polo che concorrerà alla gara per la “mono gestione” dei trasporti toscani, dall’altra tenta, con l’avvento della partnership privata, di rinforzarsi sia sul piano economico che su quello strutturale, forse nell’eventualità e nella prospettiva di possibili ruoli e giochi di potere all’interno di un’eventuale holding regionale.

 

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