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Economia

Pitti, moda maschile in positivo: export ancora fondamentale

Nonostante le perdite nei settori camiceria, cravatte e confezione pelle la moda maschile italiana chiude il 2016 con una crescita dell'1,2%

La moda maschile italiana (che comprende abbigliamento in tessuto, maglieria esterna, camiceria, cravatte e abbigliamento in pelle) - come emerge dal bilancio settoriale a cura dell'Istat (analisi dei dati tra 2011 e 2016) archivia l’anno 2016 in area positiva, facendo registrare una crescita pari al +1,2%.

Le previsioni rilasciate in occasione dell'edizione di Pitti Uomo a gennaio, +0,9%, sono state confermate. Le esportazioni si sono rivelate migliori rispetto a quanto stimato anche se il sell-out, ovvero la vendita diretta dal negozio, sul mercato interno ha subito un calo di maggior entità rispetto a quanto previsto, compensando così il dato medio settoriale.

Con riferimento ai singoli micro-comparti qui esaminati, chiudono il 2016 con un incremento sopra la media i settori preponderanti ovvero confezione e maglieria, rispettivamente in aumento del +2,0% e del +5,1%. Di contro accusano dinamiche di segno negativo la camiceria (con il -5,4%), il segmento delle cravatte (con il -6,3%), la confezione in pelle ( con -11%). 

L'export mantiene il suo ruolo fondamentale a supporto della crescita della moda maschile italiana. Le esportazioni di settore, grazie ad una crescita del +2,4%, si portano sui 5,8 miliardi di euro; in tal modo, l’incidenza dell’export sul fatturato passa al 64,4%. Nel caso dell’import, come per la maggior parte dei comparti dell’Abbigliamento-Moda, si rileva invece un deciso rallentamento, dopo un biennio di crescita sostenuta. In particolare, per la moda uomo le importazioni si assestano sui livelli del 2015, per un totale di 4 miliardi circa.

A fronte della suddetta dinamica di export ed import, nel 2016 il settore sperimenta un miglioramento del saldo commerciale, che si porta a poco meno di 1,8 miliardi di euro, con un guadagno di 135 milioni.

Apre Pitti Uomo (giugno 2017)

Dati italiani - Se si considera il mercato italiano, nel corso del 2016 gli acquisti di moda maschile da parte delle famiglie residenti hanno perso complessivamente terreno. Le rilevazioni effettuate da Sita Ricerca per conto di SMI indicano una diminuzione del sell-out per la moda maschile pari
al -2,2% con riferimento all’anno solare, pur in miglioramento, dunque, rispetto agli anni appena precedenti.

Mercati esteri nel 2016 - Secondo i dati di fonte ISTAT, nell’anno 2016, la moda maschile ha assistito ad una prosecuzione del trend positivo sia sul fronte import sia sul fronte export. L’export ha proseguito nel trend positivo, crescendo del +2,7%, mentre l’import ha frenato al +0,3%.
Incremento delle vendite estere di confezione e maglieria, rispettivamente del +3,0% e del +8,3%. Di contro, camiceria e cravatte presentano cedimenti nell’intorno del 7%, mentre la confezione in pelle arretra del -12,4%.

Con riferimento agli sbocchi commerciali, si sottolinea come sia le aree UE sia quelle extra-UE siano state favorevoli al comparto, pur crescendo rispettivamente del +4,8% e di un ben più modesto +0,4%. Il mercato UE si conferma, pertanto, il maggior acquirente, con una quota del 53,6% sull’export totale di settore. Francia e Germania chiudono l’anno su valori pressoché identici, pur mostrando la prima un lieve calo pari al -1,5%, mentre la seconda un aumento del +8,8%. Il Regno Unito resta favorevole, grazie ad un aumento del +7,6%. Spagna incremento double-digit pari al +15,4%; Austria (+6,2%); Belgio (+4,0%) Paesi Bassi -17,6%. 

I primi dati della moda maschile italiana nel 2017 - Nei primi due mesi del 2017, periodo questo pur spesso poco significativo a livello statistico, la moda maschile italiana ha visto proseguire l’export su un sentiero favorevole, mentre l’import evidenzia un timido recupero (+0,8%). In particolare maglieria maschile ha avuto una crescita del +6% circa rispetto al primo bimestre 2016.

Pitti Uomo 92 sarà ancora una volta l'occasione ideale per capire le tendenze del mercato, consentendo agli operatori del settore di formare al meglio le proprie aspettative per i mesi a venire e indirizzare, di conseguenza, le proprie strategie aziendali.

I look di Pitti Uomo 92

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