Nei mercatini di Firenze ci dovrà essere solo Made in Italy

I mercatini di Firenze diventeranno isole del Made in Italy, con le buone o addirittura con una legge comunale.  Basta magliette fatte in Cina o altri Paesi. Ieri ad annunciare la manovra, dal sapore protezionista,  in vicesindaco Dario Nardella. "Dobbiamo fare in modo che sui nostri mercati si trovino i prodotti realizzati dagli artigiani del nostro territorio - ha detto - E anche se le leggi non ci aiutano, perché la liberalizzazione del mercato danneggia i prodotti di qualità e della tradizione, noi utilizzeremo le norme regolamentari del Comune, anche a costo di forzare la mano, e introdurremo una misura ad hoc".
Dopo il tentativo di bandire gli oggetti “trash” dai mercati dei centri Unesco arriva una conditio sine qua non volta a favorire i manufatti costruiti sulla Penisola.  E potrebbe persino estendersi ai negozi, anche se per ammissione dello stesso Nardella, sarebbe molto più complesso.

Protraendosi  sulla tematica dell’artigianalità  il numero due di Palazzo Vecchio si è soffermato anche sulle botteghe; tra le mura di Palazzo Vecchio si sta lavorando infatti per tutelarle. Un proprietario che volesse mandar via un artigiano, magari alzando il canone di locazione, dovrà attenersi ad una vincolante  destinazione d’uso degli immobili. In pratica o si fa entrare un altro artigiano e il fondo resterà sfitto.

Rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto un'opinione sul nuovo regolamento di tutela dei negozi storici del centro del Comune di Forte dei Marmi, il vicesindaco ha spiegato di apprezzare il fatto che "Forte dei Marmi si stia ispirando a Firenze perché fast food, internet point, phone center e negozi assimilabili ai kebab, che non rispettano cioé livelli minimi di qualità - ha spiegato - sono nella nostra proposta di regolamento vietati: come Giunta abbiamo approvato il piano prima dell'estate, lo porteremo per l'approvazione in consiglio comunale a breve".