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Economia Bagno a Ripoli

Matrimoni: settore al collasso, c'è chi si reinventa con il delivery di qualità 

L'idea alle porte di Firenze. "Si parla troppo poco del settore eventi"

Banditi abbracci, festeggiamenti e tavolate. Figurarsi la luna di miele. Sono i risvolti dell'anno funesto marchiato coronavirus che ha travolto il mondo del weeding italiano. Uno tsunami che in questo settore ha falcidiato solo in Italia 17mila matrimoni con altre nozze in forse per i prossimi mesi. Gli sposi più coraggiosi mantengono la loro promessa d'amore bardati da mascherine, fortuna che gli occhi in questi momenti parlano più delle parole, ma i ricevimenti rimangono off-limits.

Il mercato dei fiori d'arancio, con 83mila aziende nel settore, non vede rosee prospettive per il prossimo futuro viste le giuste misure imposte per il distanziamento sociale. 

"Siamo tutti in un periodo surreale in cui dobbiamo resistere, il punto è che del settore degli eventi si parla poco e non abbiamo nessuna direttiva - spiega Stefania Ciabatti". La sua azienda, gestita insieme al fratello Claudio, è un'impresa che lavora all'Antella dal 1986. Servizi per politici, illustri giornalisti, personaggi del mondo del jet set e persino reali, l'hanno resa conosciuta nell'ambiente di eventi e matrimoni. 

"I catering sono più legati alla stagionalità rispetto ai ristoranti, quindi se dessero il via a fine anno, la stagione non si riaprirebbe ancora per mesi". "Tanti dei nostri clienti hanno preferito far slittare la data prescelta, cercando maggiori garanzie. Speriamo di poter tornare a lavorare presto in un'ipotesi di normalità". "Le aziende di questo settore - tra catering e indotto - hanno bisogno di supporti consistenti, lo Stato ci deve aiutare". Crisi nera e ipotesi di sposalizi su uno sfondo di brume invernali. 

Il calo della domanda ha dato impulso all'azienda, una decina gli impiegati tra cucine e servizi, che sta per avviare anche un servizio di catering di qualità. "Voglio che la mia squadra continui a lavorare, non voglio licenziare nessuno, quindi stiamo facendo fruttare il nostro knowhow con le consegne a domicilio". "Abbiamo un'esperienza alle spalle lunga decenni nel trasporto di pasti, caldi e freddi, quindi consigliamo a clienti e amici la scelta di determinate lavorazioni piuttosto che altre invitandoli a ordinare prodotti e generi alimentari che consentano di non perdere gusto e qualità". Insomma sapore sì, ma anche l'occhio vuole la sua parte. 

Giovedì 30 aprile si aprirà questo "laboratorio" che avvierà un progetto di food delivery a cui si sta già cercando dare forma e modellatura. Uno schema spinto anche da menù settimanali basati su portate di piatti della tradizione o pesce. Ghiottonerie per soddisfare anche i palati più "allenati". Non è esclusa nemmeno l'ipotesi del sushi a domicilio. Infatti proprio sul trend nipponico non mancano esperienza e abilità acquisite nel tempo: per un triennio in squadra hanno dato sfoggio delle proprie capacità anche degli chef giapponesi. Buon appetito.

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