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Economia

Liberalizzazioni, la Toscana riparte da farmacie, edicolanti e taxi

Con la nuova legge potrebbero aprire 150 punti farmaceutici in più all'interno del territorio regionale. Ma la 'rivoluzione' riguarda anche edicolanti, benzinai e tassisti

Liberalizzazioni, tema complesso. La Regione scalda i motori e butta giù le prime stime. Partendo dalle farmacie: in Toscana infatti, applicando la legge sulle liberalizzazioni, potrebbero nascere 150 farmacie in più. Al momento sono presenti sul territorio circa 1100 farmacie. Il decreto, oggi legge, tuttavia cambia i parametri vigenti abbassando le quote numeriche: un esercizio farmaceutico ogni 3.300 abitanti. Così, da un rapido calcolo matematico, la certezza sui nuovi numeri: ulteriori 150 punti vendita. Ben 41 in più solo nella provincia di Firenze. Tutto sarà deciso entro settembre; nei prossimi 30 giorni nel frattempo i comuni dovranno comunicare i parametri di copertura del servizio. “Questa legge - ha spiegato Rossi - ci mette in condizione di rivisitare tanta normativa regionale, a partire dalle farmacie, ma anche sulla vendita dei giornali, sui distributori, sui taxi, sulle guide turistiche. E’ un processo che concluderemo con le ultime leggi e delibere che adotteremo entro fine anno. Ci auguriamo che questo dia veramente un contributo a rendere più dinamica la nostra economia, anche in termini di occupazione”.

Il discorso, in effetti, non riguarda solo le farmacie. La legge, o la rivoluzione, passa anche, tra gli altri, per edicole e benzinai. Si tratta della discussa abolizione della ‘potenzialità di mercato’. Niente limiti numerici ai punti vendita di riviste e quotidiani; e per i distributori la possibilità di aprire strutture dedicate solo alla benzina o al gasolio. Edicolanti, benzinai, ma il capitolo liberalizzazioni tocca da vicino anche i tassisti. Certo dopo il dietrofront del Governo, il nulla di fatto su una riforma discussa per settimane, il ‘dominio’ delle licenze riguarderà sempre i comuni. Ma c’è un però: alla Regione spetta la promulgazione di una ‘carta dei servizi’ con cui i comuni saranno costretti a fare i conti. Qualità, livelli minimi; ma nessuna possibilità di  intervento sul sistema tariffario. Vedremo se monterà nuovamente la polemica.

Si parla di liberalizzazione, quindi commercio, ed allora i pensieri corrono veloci alle divergenze istituzionali ed il ricorso alla Consulta sugli orari di apertura degli esercizi. Una faccenda spinosa, ma Rossi tiene subito a precisare che tolto i contrasti oramai noti, la questione rimane viva; anzi su questo fronte l’Ente ha deciso di spingere l’acceleratore su almeno due grosse partite: “Qualche volta - ha concluso Rossi - abbiamo anche anticipato: sia per il trasporto pubblico su gomma sia per quanto riguarda i rifiuti, noi abbiamo già in corso i processi di gara e quindi noi siamo andati oltre. Come siamo andati oltre rispetto a quello che chiede il Governo sull’impegno dell’individuazione di un bacino adeguato per le risorse idriche, individuando un bacino regionale”.
 

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