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Economia

Liberalizzazione nel commercio: ricorso alla Corte Costituzionale

La Regione Toscana ha deciso di fare ricorso alla Corte Costituzionale contro le liberalizzazione totale degli orari nel commercio prevista dal governo

La Regione Toscana impugnerà di fronte alla Corte Costituzionale le ultime norme del governo sulla liberalizzazione del commercio. Già il 27 dicembre era stata deliberata una norma, forte dell’articolo V della Costituzione, che prevedeva un massimo di 13 ore lavorative per i negozi mettendo un paletto alla normativa nazionale salva Italia. L’ intento avrebbe come scopo difendere il piccolo commercio.

"La liberalizzazione totale e selvaggia degli orari e delle aperture è solo un altro regalo alla grande distribuzione e una batosta per le piccole imprese. Un minimo di regole è utile anche alla concorrenza. Tutto questo mentre bisognerebbe invece rilanciare il piccolo commercio per fini sociali, di sicurezza, vivibilità e di identità". E' il parere del presidente Enrico Rossi espresso nel commentare la decisione presa dalla giunta. "Non è il consumismo la risposta giusta alla crisi - afferma Rossi - mi pare solo un insulto alla nostra identità culturale, alle nostre tradizioni e alla nostra storia. Ci aspettiamo che anche la Chiesa faccia sentire la sua voce. Si costringerà chi lavora nei negozi a gestione familiare ad essere incatenato al banco, con la saracinesca alzata giorno e notte, senza pause per 365 giorni all'anno. Dove finiscono la persona, la sua vita privata, i suoi diritti?". "Ho anche forti dubbi - conclude Rossi - sul reale interesse della grande distribuzione. Infatti se si escludono alcune situazioni particolari, di grandi catene nelle grandi città d'arte, penso che in generale le maggiori aperture e gli orari più lunghi finiranno per rappresentare solo un ulteriore costo che andrà a pesare sul prezzo dei prodotti, quindi sui consumatori. Il governo farà bene a ripensarci e presto. Non sono queste le liberalizzazioni che ci aspettiamo".

COMMENTI - Commenti positivi di Confcommercio e Confesercenti della Toscana. In una nota Confcommercio, intervenendo in merito alla circolare approvata ieri sulla possibilità di applicare la normativa regionale, rispetto a  quella nazionale, spiega che così la "Regione taglia la testa al toro: basta caos sulle aperture selvagge in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla competenza fra Regioni e Stato sulle aperture domenicali e festive dei negozi. La Regione ha fatto un ulteriore passo importante in coerenza con la normativa recentemente approvata che va a modificare gli articoli 80 ne 81 del Codice del Commercio. Il caos generalizzato e una apertura selvaggia non serve al settore commerciale tanto meno al rilancio dei consumi, altre sono le strade da seguire prima fra tutte aumentare il potere di acquisto delle famiglie". "La scelta della Giunta regionale - afferma Confesercenti - é condivisa e interpreta le esigenze dei cittadini, delle imprese e delle città. E' un atto significativo perché difende le prerogative della Regione nel determinare orari, tempi e pianificazione del commercio e quindi della vita e del futuro dei centri urbani della Toscana. Ed inoltre conferma la necessità di elementi di equilibrio per il mantenimento della pluralità nel commercio, oggi messa a repentaglio dall'onnivora presenza di strutture di grande distribuzione che stanno asfissiando le piccole e medie imprese dei centri storici e dei centri urbani". Confesercenti esprime "soddisfazione ulteriore per la conferma del ricorso alla Corte Costituzionale" e il presidente dell'associazione, Massimo Vivoli si rivolge ai sindaci sostenendo che "dovrebbero essere i primi a ribellarsi a questo esproprio di competenze" e invitandoli ad attivare "un dialogo immediato con le categorie, soprattutto in questo momento di crisi micidiale per la piccola e media impresa".
 

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