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Lavoro più stabile? Per la Cgil il Jobs act non c'entra

Per il sindacato le assunzioni sono merito delle defiscalizzazioni: "Toscana a due velocità, crescono anche i licenziamenti"

Se i contratti a tempo indeterminato aumentano non è certo merito del Jobs Act, ma del “doping” degli sgravi fiscali operati dal governo con la legge di stabilità. Lo dice la Cgil, analizzando i dati toscani sul lavoro: “L’occupazione complessiva pare in una linea di tendenza simmetrica a ciò che è avvenuto nel corso del 2014, prima del Jobs Act - commenta Daniele Quiriconi della segreteria del sindacato - nei primi sei mesi del 2015, infatti, sono stati avviati in totale 192.175 lavoratori; nel 2014 erano stati 179.33 (+7,2% nel rapporto 2015-2014) ma nel 2013 erano stati 167.351 con una crescita quindi anche nel 2014 sul 2013 del 7,16%".

"L’andamento della Cassa integrazione ci fornisce qualche ulteriore elemento di lettura dell’economia regionale - prosegue Quiriconi - la Cig scende nel primo semestre 2015 del 10,6%, rendendo evidente che un positivo effetto di riassorbimento per quanto modesto dei lavoratori in Cassa esiste, sia pure attenuato dal dato di coloro che hanno esaurito gli stessi ammortizzatori e dall’aumento dei licenziamenti. E da quello che una volta si definiva 'riduzione della base produttiva'. Tuttavia, questi stessi dati ci segnalano una Toscana a due velocità con un quadrante metropolitano centrale in cui la Cassa crolla ( Firenze -24% Prato -55% Pistoia -17,3%), e uno costiero in cui continua ad impennarsi (Livorno +58%, Pisa +36,5%). Il dato che più colpisce, però, è come continuino ad aumentare le cessazioni di lavoro 'stabile' ( +6,7%): in altre parole, significa licenziamento di persone con tutele piene, a differenza dei nuovi ingressi che in prevalenza godono di minori protezioni”.

"Tutto il resto è fumo propagandistico - prosegue - certo, magari una riforma delle pensioni più flessibile consentirebbe un ricambio generazionale, con l’ingresso di qualche centinaio di migliaia di giovani in attività con innegabili riflessi sulla produttività e la competitività, oltre a costituire una necessaria operazione di equità per milioni di lavoratori anziani. Ma di fronte a questa eventualità, più volte accennata dal Ministro del Lavoro - conclude Quiriconi - le cronache agostane paiono portare, insieme ai temporali, una vistosa retromarcia per ragioni di costo”.


 

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