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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Pitti Immagine Uomo: a Palazzo Vecchio il taglio del nastro dell'edizione 85

Il viceministro Calenda: "Negli ultimi 20 anni è stata fatta quasi qualsiasi cosa per dare una mano alla globalizzazione nel distruggere il sistema industriale italiano". Rossi: "80 milioni per la Fortezza da Basso". E Renzi presenta il suo Job Act

“In Italia negli ultimi 20 anni è stata fatta quasi qualsiasi cosa per dare una mano alla globalizzazione nel distruggere il sistema industriale italiano”. Carlo Calenda, viceministro per lo Sviluppo economico, è partito subito all’attacco all’inaugurazione di Pitti Immagine Uomo 85. Palazzo Vecchio, Sala d’Arme, taglio del nastro dell’ottantacinquesima edizione. Il viceministro, il governatore Enrico Rossi, il presidente di Pitti Immagine Gaetano Marzotto, Stefano Ricci, stilista e presidente Centro di Firenze per la Moda Italiana. Senza dimenticarsi del ‘padrone’ di casa, il sindaco, segretario del Pd, Matteo Renzi.

LA MODA ALLA FORTEZZA (FOTO)

CALENDA – E Calenda, come detto, l’uomo che a Pitti ha fatto le veci del governo Letta, continuando nella sua analisi, ha definito questo atteggiamento della politica di “una cretinaggine incomprensibile” perché “quello che sta succedendo nel mondo non e' che i Paesi occidentali abbandonano la manifattura, ma l’opposto: la manifattura è un valore, e i Paesi che crescono stanno cercando di trattenerlo e riportarlo”. Calenda, poi, ha citato i nuovi accordi di libero scambio in fase di gestazione fra Ue e Usa, e fra Usa e i paesi dell'area del Pacifico come occasioni importanti, ma anche la nascita di una classe di consumatori in Cina: “E’ un dividendo che possiamo cogliere solo se curiamo l’industria come la singola cosa da cui dipende il futuro, ma c’è un valore che va oltre l’economia e riguarda la predisposizione del Paese a cambiare. Se pensiamo che il futuro sia essere marginali, nessun cambiamento prende atto: invece dobbiamo spiegare che non c’è nessuna maledizione che condanna il nostro Paese”.

Palazzo Vecchio: l'inaugurazione di Pitti Immagine 85

RENZI – Dalla platea parte un applauso fortissimo, il più lungo di tutta la cerimonia inaugurale. Poi è stata la volta di Renzi: “Smettiamo di vivere nella cultura del piagnisteo, della lamentazione permanente”. E ancora: “A mio giudizio abbiamo sprecato la crisi ora non dobbiamo sprecare la ripresa. Se si parte dal gestire bene il bene pubblico le cose si possono fare, non c’è la maledizione della bella addormentata nel bosco, dobbiamo smettere di cullarci nella lamentazione”. Moda come colonna portante del made in Italy, quindi pil. Quindi lavoro. Sarà per questo che il sindaco, ‘svestita’ la fascia tricolore (non prima di aver elencato un pezzo di 2014 a Firenze: “liberazione della bancarelle da San Lorenzo, 24 gennaio; inaugurazione del Museo del Novecento, 30 aprile, Notte Bianca; la fine dei lavori al Nuovo Teatro dell’Opera, alle Cascine”), si è calato nella parte del segretario dei democratici e ha parlato di lavoro. Svelando, in parte, quel Job Act che tanto sta facendo discutere e che sarà presentato ''fra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima''.

JOB ACT Prima novità: si baserà ''su tre punti di riferimento''. Seconda, le anticipazioni: un occhio di riguardo al "costo della burocrazia" e punterà a "creare posti di lavoro in sei settori e il made in Italy sarà il primo". Sei settori, tra cui: "il tema dell'innovazione", e di quelli che riguardano "l’industria turistica e cultura e la manifattura tradizionale". Un pezzo di Pd a Pitti che si è spinto fino all’annosa vicenda che ruota attorno all’artico 18: "ciascuno a le proprie idee", ma "è la dimostrazione plastica di guardare il dito mentre il mondo ci chiede di guardare la luna. Il problema del creare lavoro - ha detto - non è semplicemente ridurre la discussione politica a un problema di normativa contrattuale ma è provare ad allargare il ragionamento. Dare garanzie a chi in questi anni garanzie non ne ha avute".

PITTI IMMAGINE: RENZI PRESENTA IL JOB ACT |VIDEO

ROSSI – Presente all’inaugurazione anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Che nel suo intervento ha toccato un tema decisivo: l’impresa, in questo caso la moda e più in generale il settore manifatturiero, e le infrastrutture. Che in Toscana e a Firenze, si chiamano Fortezza da Basso, il più grande polo fieristico regionale, e aeroporto. ''Interverremo con un investimento di circa 80 milioni perché la Fortezza da Basso sia messa a posto e possa ospitare tutte le manifestazioni della moda''. ''A marzo – ha continuato – presenteremo un cronoprogramma di investimenti per la Fortezza'', ha annunciato, spiegando ai cronisti che ''entro il 2014 bisogna scaglionare gli investimenti necessari, perché in un colpo solo non ce la faremo, non solo dal punto di vista economico ma anche dell'esecuzione dei lavori, affinché nell'arco di qualche anno tutta quanta la struttura fieristica sia rinnovata e fruibile''. Secondo Rossi ''la struttura fieristica, così dentro la città di Firenze e la sua bellezza, non è un limite ma è un valore a livello mondiale'', ricordando che la dotazione infrastrutturale della città sarà presto arricchita dall'aeroporto potenziato per il quale ''il Consiglio Regionale approverà senz'altro la variante''.

ROSSI: "ENTRO IL 2014 GLI INVESTIMENTI PER LA FORTEZZA"

PITTI – Fin qui la politica, poi l’impresa. La moda, quella di Pitti, uno dei brand più famosi nel mondo. Storia, passione, cultura, scuola. E una strategia nazionale per il rilancio del sistema moda italiano: è il progetto che ha annunciato Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine, aprendo la cerimonia di inaugurazione. "Grazie al contributo di tutti quanti – ha detto – ma in particolare di Matteo Renzi e Carlo Calenda, stiamo preparandoci a un progetto di strategia nazionale a Firenze a giugno: vedrete che programma e che unione di forze". Secondo Marzotto oggi "il mercato della moda uomo sta diventando il più importante del mondo", per cui "i grandi gruppi stranieri stanno comprando i nostri marchi migliori, e le grandi fiere internazionali cercano di premere su Firenze e Milano". La risposta da dare, per il presidente di Pitti Immagine, è costruire "una grande strategia nazionale del Paese, perché non basta fare meglio i nostri prodotti, essere più creativi e qualitativi. Questa strategia consiste soprattutto nel riuscire a fare tutte quelle cose che gli altri Paesi hanno gia' fatto: rendere le nostre città più belle ed efficienti. La logistica, aeroporti, alberghi, tutto il sistema Paese deve funzionare".

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