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La battaglia della Piana / Campi Bisenzio

Ex Gkn: “Lo stop ai licenziamenti è un punto di ripartenza, ma serve l’intervento pubblico”

Soddisfazione dopo la sentenza: “Adesso è ancora più importante proseguire con la mobilitazione”. Il 31 attese oltre mille persone al presidio

Una prima vittoria che rappresenta una boccata di ossigeno per i 185 operai ex Gkn che dal primo gennaio sarebbero stati disoccupati ma la strada è ancora lunga. Questo - dicono i sindacati non è un punto di arrivo, bensì di partenza. “C’è grande soddisfazione - ammette Stefano Angelini della Fiom che aveva promosso il ricorso - che però si concretizza se si riesce a mettere il lavoro dentro lo stabilimento con la reindustrializzazione. A nostro avviso ci sono degli spazi importanti, bisogna andare a coglierli”.

Tra Gkn (cinque) e Qf (uno), si tratta del sesto ricorso vinto per condotta antisindacale.  “Oggi - attacca Dario Salvetti della Rsu - abbiamo avuto un grammo di giustizia in più rispetto a ieri, ma questo fa nascere la rabbia. La rabbia perché le basi di questa sentenza erano leggibili da una politica che non le ha volute leggere”.

La sentenza del Tribunale del lavoro

Tre le motivazioni alla base della sentenza che ha stoppato i licenziamenti collettivi, come spiega l’avvocato Andrea Stramaccia. “La parte più saliente è quella che impone di procedere con la legge antidelocalizzazioni (la 234 del 2021) che prevede per le aziende grandi, sopra i 250 dipendenti di fare una procedura preliminare ai licenziamenti collettivi e invece è stata totalmente saltata. Poi c’è la violazione del contratto collettivo, articolo 9, identico a quanto successo due anni fa. Articolo che prevede incontrare i sindacati, spiegare le problematiche occupazionali. Infine, il mancato rispetto dell’accordo del 19 gennaio 2022, per quanto riguarda le informazioni al sindacato non ha potuto interloquire, comprendere al momento giusto fino alla doccia fredda dei licenziamenti arrivati senza preavviso. Certo - aggiunge - Borgomeo può far ripartire le procedure, ma la sentenza impone una serie di step da rispettare”.

“Necessario l’intervento pubblico”

Governo, che in oltre un giorno non ha ancora trovato il tempo per commentare il provvedimento del giudice del lavoro e Regione sono i convitati di pietra alla conferenza stampa. “È necessario aprire una nuova fase, bisogna tornare a parlare con il ministero per il Made in Italy e trovare le condizioni per rimettere al centro il lavoro in questo stabilimento. Chiederemo una convocazione urgente al governo, se non lo farà l’azienda. È fondamentale riprendere un percorso iniziato nel 2022 all’allora ministero per lo Sviluppo economico e che in 24 mesi non ha prodotto nulla”.

Ma la Rsu chiama in causa pure Palazzo Strozzi Sacrati: “Visto che il Governo tifa per la speculazione e i licenziamenti ci pensi la Regione”. Con qualcosa però che vada oltre la “dissuasione morale”, con un intervento pubblico, indiretto, ad esempio costruendo un consorzio pubblico intorno a imprenditori privati o diretto anche mediante Cassa deposito e prestiti. “Se non si ha il coraggio di fare un passetto in più, questa storia ci riporterà all’apertura dei licenziamenti”. 

“Se ci danno una cassa integrazione agganciata alla reindustrializzazione, andremo avanti approfondendo il piano industriale”, sottolinea sempre Salvetti. Non solo con le cargo bike. “Abbiamo nuove proposte”, dice ricordando l’alluvione che ha devastato Campi a inizio novembre: “Penso alla distruzione degli elettrodomestici, che può portare di nuovo in auge una delle proposte che avevamo nel primo piano, quella dell’auto recupero dei rifiuti Raee (apparecchiature elettriche ed elettroniche) per creare un polo delle mobilità leggera delle rinnovabili ed eventualmente anche dell'economia circolare”.

Intanto dal consiglio regionale arriva un appello alla riapertura del tavolo nazionale per applicare il Decreto delocalizzazioni, con la presidente della commissione Sviluppo economico Ilaria Bugetti (Pd):  “La sentenza del Tribunale del Lavoro di Firenze sancisce che per la Gkn ci sono le condizioni per applicare il Decreto Orlando sulle delocalizzazioni selvagge. Deve essere questo il prossimo punto da tenere. Leggendo la sentenza la presidente ha infatti ritrovato le condizioni per applicare le norme, più severe e più lunghe, che impediscono alle imprese di lasciare il territorio e i lavoratori dall’oggi al domani senza tutele, prospettive e futuro. Credo che il Governo nazionale dovrà riaprire subito un tavolo per accompagnare questo percorso sancito dal Tribunale di Firenze”.

Il Capodanno in fabbrica

Nell’attesa di confrontarsi con le istituzioni, è confermato il presidio-veglione per il 31 dicembre, “che sarà più festa rispetto a ieri”, ribadisce Salvetti. Dalle 18 comizi e convegni, con delegazioni da tutta Italia e da vari Paesi europei, Francia, Germania. La variabile è il meteo, ma sono comunque attese oltre mille persone.  “L’evento è ovviamente confermato, alla luce della sentenza la mobilitazione del 31 è ancora più importante, perché fuori dalla mobilitazione non c’è salvezza”.

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