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Martedì, 16 Aprile 2024
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Eataly Firenze non rinnova i contratti, due giorni di sciopero

Proclamati due giorni di sciopero a causa della riduzione del personale e del mancato incontro con la direzione aziendale

Sciopero, è la prima volta. Anche Eataly finisce nel calderone delle proteste sindacali. Il 30 e 31 agosto i lavoratori di via Martelli volantineranno chiedendo spiegazioni sul piano aziendale che al momento vede il mancato rinnovo del contratto per 60 su 120 lavoratori impiegati nello Store di Firenze.
 In principio è stato amore, la crisi però è intervenuta presto.
Quel 14 Dicembre 2013 c'erano tutti, in via Martelli non si passava se non lanciandosi sopra la folla. C'erano così tante persone che l'allora sindaco Matteo Renzi ed il patron del marchio, Oscar Farinetti, sono venuti piccoli e lontani nelle foto rilanciate sui Social.
Tanti i giovani che hanno risposto all'appello e si sono messi in fila per le selezioni del personale che avrebbe fatto parte di una grande famiglia raccolta nell'Eden dell'imprenditoria italiana. 
Qualcuno ha sbagliato, chi ha staccato la mela?

I dipendenti di Eataly, sostenuti dalla Confederazione Cobas di Firenze scrivono una lettera aperta all'azienda: "Conseguentemente alla notizia del nostro “licenziamento”, o, più formalmente, al non rinnovo del contratto. 
 Le persone sono importanti, vanno sapute ascoltare, il denaro non è che un mezzo (questi alcuni passaggi determinanti  della filosofia di Eataly) ci chiediamo se le parole abbiano un senso. Eataly Firenze non ha mai conosciuto un’assemblea aziendale, mai e sotto nessuna forma. L’ultima volta che siamo stati tutte e tutti nella stessa stanza è stato il primo giorno di lavoro. Ricordiamo come siamo stati informati, tra una nozione di sicurezza antincendio e una di normative Haccp, del fatto che, appena possibile, avremmo avuto anche la possibilità di darci una rappresentanza sindacale. Ma se non sono previste assemblee aziendali, figuriamoci assemblee sindacali"

L'azienda non c'è? "Alle continue richieste l’azienda ha sempre risposto freddamente e duramente, rifiutandosi non solo di convocare un’assemblea aperta a tutti i dipendenti così da avere risposte sul nostro futuro e, magari, potere anche dire la nostra, ma per di più la notizia del mancato rinnovo ci è stata fatta pervenire tramite i responsabili di reparto.
 Lo sciopero per le giornate di Sabato e Domenica 30 e 31 agosto è per richiedere il ripristino delle condizioni di una sana relazione tra azienda e lavoratori, tramite una rappresentanza sindacale che possa evidenziare le numerose problematiche riguardanti le condizioni di lavoro e l’organizzazione dei turni, e soprattutto per difendere il diritto ad un lavoro che sia dignitoso".

Il punto di rottura. "Non è normale che un azienda - scrivono i lavoratori - in piena espansione, conti all’inaugurazione oltre 120 dipendenti e, a meno di un anno dall’apertura, ne conti la metà. Su questo drastico taglio nessuna spiegazione è stata data. Né sui motivi per cui si debba venire a sapere dei turni settimanali con sole 24 ore di preavviso, né su tanti altri cambiamenti avvenuti.
 Nessuno ci ha mai considerato davvero persone, ma ingranaggi da inserire nel “modello Eataly”, un modello basato sulla grande distribuzione di prodotti alimentari, una macchina in crescita che non può incepparsi sugli individui".

Il "modello" è sbagliato? "Eataly prevede nuove aperture a Piacenza, Verona e Trieste. E poi Londra, Mosca, San Paolo… insomma, parrebbe che quel che si dice sulla nostra azienda sia vero. Perché si parla di Eataly come di un’azienda che cresce mediamente nel fatturato di oltre il 33%, un’azienda “che vince tutte le sfide”, per citare i giornali. Ma vogliamo proprio prendere le parole rilasciate dal nostro datore di lavoro, Oscar Farinetti: “Eataly fattura in Italia 100 milioni di Euro. Prevediamo di arrivare a 200 milioni nel 2014.” 

La domanda. "Perché allora si sta contraendo sempre di più il personale, costringendo talvolta a turni estenuanti i colleghi che si trovano a dover coprire il lavoro (che non manca!) dei dipendenti espulsi, mentre in altri reparti non si concede un’ora di straordinario neanche a chi la richiede? Solo nell’ultimo mese accanto al nome di oltre 13 dipendenti è stato scritto “OUT”. Persone lasciate, senza troppi fronzoli, senza lavoro".

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