rotate-mobile
Economia

Crisi, numeri drammatici in Toscana. Cisl: “100 vertenze aperte e 11000 posti in bilico”

La Fim porta la crisi a Roma con un presidio sotto Palazzo Chigi. "Se non definisce e attua in fretta una propria politica industriale l'Italia affonda"

Più di 100 vertenze aperte e 7000 mila posti di lavoro in bilico in Toscana, solo nelle aziende di maggiori dimensioni, almeno altri 4000 in quelle artigiane. La Lucchini, certo, ma non solo. I numeri del settore metalmeccanico nella nostra regione sono drammatici, anche se non certo isolati in Italia. Per questo la Fim-Cisl ha organizzato per domattina, dalle 10,30, un presidio sotto Palazzo Chigi. “Diamo la svegli a Governo e politica” lo slogan scelto per questo appuntamento a cui parteciperanno anche 150 delegati Rsu delle aziende Toscane, cassintegrati e in mobilità, che la crisi la provano sulla propria pelle.

"Una mobilitazione necessaria – ha detto stamani in una conferenza stampa a Firenze Marco Tesi, segretario della Fim toscana - perché, se da un lato apprezziamo l’impegno dei ministeri nella gestione delle singole vertenze, dall’altra è necessario che la politica tutta, Parlamento e Governo, affrontino i veri nodi competitivi che sono all’origine delle più importanti crisi, dalle infrastrutture al costo dell’energia, dal credito alla certezza delle regole e dei tempi della giustizia. Senza contare che gli ammortizzatori sociali sono in scadenza per centinaia di migliaia di lavoratori. Se non definisce e attua in fretta una propria politica industriale l’Italia affonda."

Tesi ha poi tracciato il quadro sconsolante del settore metalmeccanico della nostra regione. In tutto sono più di 100 le vertenze aperte, solo per quanto riguarda le aziende di maggiori dimensioni. In bilico ci sono – sempre contando le realtà più grandi - 7000 mila posti di lavoro. A questi si sommano circa 4mila lavoratori nel settore metalmeccanico artigiano. La provincia che sta peggio è certamente quella di Livorno, con oltre 4mila posti a rischio: solo a Piombino sono aperte due vertenze da far tremare i polsi, con Lucchini (3400 lavoratori complessivamente) e Arcelor-Mittal (520); crisi, entrambe, strettamente legate al nodo dell’energia.

CASI - Non se la passano bene neppure Pistoia, con le incertezze sul futuro assetto proprietario e la riorganizzazione della Breda (1100 occupati) e Lucca, con le crisi di Kme (650 occupati a rischio per crisi di mercato e costi dell’energia) e del comparto della nautica, a partire da Azimut Benetti (250 occupati) e Perini Navi (96), con pesanti ricadute su tutta la filiera (almeno altri 150 occupati). Le cose non vanno bene neppure nella provincia di Massa Carrara, con le vicende di Eaton (345 occupati in attesa di una riconversione bloccata da lentezze burocratiche), Nca (145 lavoratori che solo in parte sono stati reinseriti dopo il passaggio di proprietà) e Syn-tec (31 lavoratori).

FIRENZE - 470 i posti a rischio a Firenze, a cominciare dai 250 della Targetti, appassita per mancanza di investimenti e dai 52 della Esaote in piena ristrutturazione e senza investimenti su Firenze. Problemi anche nel mondo GE-Nuovo Pignone, per la nuova politica GE sui fornitori, che mette a rischio un centinaio di posti di lavoro e per la vendita ad Alstom di GE Trasportation. Le maggiori emergenze in provincia di Siena sono invece legate alla crisi del settore camper (200 i posti a rischio) e alla Whirlpool (100 occupati a rischio per un costo del lavoro non competitivo).

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Crisi, numeri drammatici in Toscana. Cisl: “100 vertenze aperte e 11000 posti in bilico”

FirenzeToday è in caricamento