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Costo dell'Imu a Firenze, la stima della Uil: 237 euro a famiglia

Un'indagine realizzata dalla Uil stima che a Firenze l'Imu sulla prima casa mediamente costerà 237 euro a famiglia, ma potrà decrescere in base al numero di figli

Imu, quanto mi costi? Si chiama Imposta municipale unica, ed è stata introdotta dalla manovra “salva Italia” varata dal Governo Monti; in pratica la reintroduzione nell’ordinamento fiscale dell’Ici sulla prima casa, tuttavia con parametri diversi. Ritorniamo alla domanda: quanto peserà alle famiglie in termini di quattrini la vecchia imposta sugli immobili rivestita a nuovo dall’attuale esecutivo? Da un’indagine realizzata dal Servizio Politiche Territoriali della Uil, che ha analizzato gli effetti dell'introduzione dell'Imu come prevista dal Decreto nelle città capoluogo di provincia, emerge che l’imposta sulla prima casa costerà mediamente, per una famiglia senza figli a carico, 133 euro, con delle punte massime che toccheranno, per alcune città, la soglia dei 511 euro. E questo per quel che riguarda una panoramica nazionale. E qui a Firenze, quanto costerà la nuova Ici? Sfogliando i dati della simulazione condotta dalla Uil scopriamo che nel capoluogo della Toscana il tributo mediamente peserà 237,94 euro, che arrivano a 337,94 euro per una famiglia senza figli a carico, per scendere a 137,94 euro per una famiglia con 4 figli a carico. L’analisi del sindacato tiene conto, qui a Firenze come nel resto dei capoluoghi, della media delle rendite catastali delle singole Città (A/2 e A/3), rapportate ad un immobile sito in zona semi centrale, con 5 vani, equivalenti a circa 90 mq. Inoltre per la media si è tenuto conto di una famiglia con due figli a carico, in quanto la media ISTAT, indica in 1,56 figli per famiglia.  

SECONDA CASA – La simulazione della Uil non si ferma solo al calcolo dell’imposta sulla prima casa, ma si inoltra anche sui parametri di riferimento stabiliti per i possessori di secondi immobili abitativi: “Per un reddito da lavoro dipendente e pensione di 23 mila euro – afferma una nota del sindacato – l’anticipo dell’IMU sulla seconda casa peserà nel  prossimo anno  632,73 euro a fronte dei  537,37 euro di quest’anno (+17,7%), mentre un lavoratore autonomo con reddito di 90 mila euro pagherà ugualmente 632,73 di IMU, a fronte dei 625,37 euro di quest’anno pagati tra ICI ed IRPEF (+ 1,2%). Mentre nel primo caso c’è un aggravio generalizzato, nel secondo caso,  in  59 Città, un professionista pagherà meno imposte, come nel caso di Roma dove avrebbe un risparmio di 54,61 euro”. A Firenze, in termini assoluti, le famiglie in possesso di una seconda casa dovranno versare nelle casse dello stato complessivamente 1.022,08 euro, con un aumento secco complessivo rispetto alla tassazione 2011, che teneva insieme Ici e Irpef, per una media cittadina che si attestava attorno ai 900 euro, di poco più di 122 euro. Prendendo il dato in valori percentuali il 13,64% in più rispetto al 2011.

Critiche le conclusioni della Uil verso “un’imposta che peserà maggiormente sui dipendenti pubblici e sui pensionati, e non sui redditi medio alti che addirittura potrebbero risparmiare con il nuovo sistema di tassazione sugli immobili”. Al sindacato infatti i conti non tornano, l’accusa mossa al Governo è quella che alla fine gli aumenti più sostanziosi dell’imposta toccheranno alla classe media. “Per molti possessori di seconde case – afferma la Uil – potrà esserci addirittura un risparmio per i redditi medio alti in diversi capoluogo di città. Infatti, se un possessore di una seconda casa ha un reddito da professionista da 90 mila euro, l'aggravio dell'Imu sarà di soli 7 euro, mentre per un lavoratore dipendente o pensionato con un reddito di 23 mila euro, che ha, ad esempio, la fortuna di avere ereditato un’abitazione nella città di origine, l'aggravio potrà superare anche i 95,36 euro di media”.  “Ciò –  spiega Guglielmo Loy, Segretario Confederale Uil - è possibile in quanto l'Imu non è un’importa progressiva come l'Irpef. In questo modo più è alto il reddito e meno incidenza avrà l'Imu. Questa manovra, dunque, diversamente da quanto sostenuto dal governo, grava sempre sui soliti noti: lavoratori dipendenti e pensionati”. “Infatti - prosegue Loy - nonostante l'emendamento aumenti le detrazioni sulla prima casa legate al numero dei figli, i più penalizzati restano gli oltre 9 milioni di pensionati proprietari di una casa, che non hanno a carico figli minori di 26 anni e  che pagheranno mediamente un'Imu di 133 euro l'anno”.
 

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