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Economia

Coronavirus, Confcommercio e Confartigianato: “Pronti a chiudere i negozi”

Il presidente di Confartigianato Sorani: “O si applica il ‘Metodo Wuhan’ o altrimenti ogni alternativa è inutile”

Con l'aumentare della diffusione dei casi di Coronavirus, c'è chi arriva a proporre la chiusura di tutti i negozi che non siano di prima necessità. A farlo sono due note sigle di rappresentanza di categoria, Confcommercio e Confartigianato.

Per Confcommercio Firenze a parlare, sulle pagine de La Nazione di oggi, è il presidente Aldo Cursano. "I maggiori virologi, impegnati in prima linea nella lotta alla diffusione del contagio, ci chiedono di non uscire. E allora cosa teniamo a fare i negozi aperti se la gente deve restare a casa? In nome e per conto della categoria, vorremmo avanzare la proposta formale di chiudere tutti per due settimane, ovviamente fatti salvi i servizi di prima necessità, in primo luogo generi alimentari e farmacie, per poi ripartire una volta debellata l’epidemia”, chiede Cursano attraverso le pagine della Nazione.

In cambio Cursano chiede “uno stop alle uscite fiscali, previdenziali, tributarie, bancarie e degli affitti”.

Parole che richiamano un appello simile arrivato nei giorni scorsi, tramite Facebook, dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori (Pd). “Facciamo conto che sia questo il periodo di 'Ferragosto', quando tutto chiude per due settimane. Chiudiamo adesso per due settimane per superare questa emergenza e ripartire, poi lavoreremo d'agosto”, il succo del discorso di Gori.

E la proposta oggi viene in qualche modo raccolta anche dal presidente Confartigianato Firenze, Alessandro Sorani, che allo stesso tempo chiede massima chiarezza alle istituzioni, governo in primis.

“Siamo in una situazione eccezionale e dobbiamo rispettare le regole per rallentare e bloccare la diffusione del virus: ne va della vita o della morte delle persone. Come artigiani siamo pronti a rispettare qualsiasi regola, ma serve chiarezza e uniformità. Se c'è da chiudere i servizi non essenziali per due-tre settimane siamo pronti a farlo ma ipotizzare chiusure in ordine sparso senza una chiara indicazione nazionale rischia di essere soltanto un palliativo”, premette Sorani.

“In una fase come questa è importante aspettare un decreto ad hoc valido a livello nazionale altrimenti si rischia soltanto di generare ulteriore confusione in una fase dove purtroppo di confusione ne abbiamo già vista abbastanza. O viene applicato il cosiddetto ‘Metodo Wuhan’ (dal nome della città cinese da dove è partito il contagio, ndr) dove viene chiuso tutto e subito per contenere in maniera efficace il diffondersi del virus oppure – conclude Sorani -, ogni soluzione intermedia rischia di essere inefficace”.

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