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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Coronavirus, le conseguenze della maxi manovra: debito di 43.100 euro a testa, neonati compresi

Lo calcola il Sole 24 Ore. Il debito pubblico salirà al 155,7% del Pil: sono 2.600 miliardi di euro

L’effetto combinato di recessione e spinta al deficit per gli interventi urgenti previsti dal Governo a causa dell'emergenza Coronavirus, porterà il debito pubblico al 155,7% del Pil.

Il debito arriverà così a quasi 2.600 miliardi di euro, con un aumento di oltre 190 miliardi rispetto allo scorso anno. Lo scrive Il Sole 24 ore.

La conseguenza è che, di decreto in decreto, tra manovre e correzioni, ogni fiorentino, ogni toscano, ogni italiano diventa debitore di 43.100 euro. Neonati compresi.

Il risultato, invece, è che per riavvicinare la media dell’area euro, l’Italia dovrà impiegare almeno un decennio, a colpi di “congrui surplus di bilancio primario”.

Ad alimentare il deficit, spiega il quotidiano di Confindustria, sarà prima di tutto la cassa integrazione: la proroga dell’ammortizzatore reso quasi universale dal “decreto Marzo” costerà 13 miliardi, e sarà affiancata da 7 miliardi per concedere per due mesi l’indennità rafforzata a 800 euro ad autonomi e professionisti.

Al rafforzamento della Naspi serviranno invece 1,3 miliardi, che estenderanno il sussidio anche a colf e badanti, in un elenco della spesa che riduce però ai minimi termini il reddito di emergenza (1,5 miliardi invece dei 3 annunciati dalla ministra del Lavoro Catalfo) e il pacchetto famiglia (500 milioni).

Il conto della maxi-manovra anticrisi (prevista per fine aprile), la più grande della storia repubblicana, sta dunque salendo. Con un deficit aggiuntivo che sarà di 55 miliardi, cioè il 3,3% del Pil, con una ricaduta dell’1,4% del Pil sul 2021, e un fabbisogno che dovrebbe superare addirittura i 161 miliardi.

Questo il colpo inferto dal Coronavirus a un quadro di finanza pubblica che negli anni scorsi non era riuscito a far cambiare direzione al debito. E che oggi, per contrastare un crollo dell’economia che si porta via oltre 20 miliardi di entrate fiscali, può contare solo sul disavanzo e su contromisure europee tutte da costruire (e da digerire, come nel caso del Mes).

In queste condizioni, conclude il Sole 24 ore, lo sforzo da mettere in campo è straordinario, perché 160 miliardi abbondanti di fabbisogno non conoscono precedenti nella storia italiana, come nessun precedente si incontra per 55 miliardi di deficit attivati in un colpo solo.

La manovra Amato del 1992, per tornare ad altri periodi bui, fu di circa 45 miliardi. Il deficit, 10,4%, è esattamente quello del 1992, mentre la caduta del Pil dell’8% è un inedito per l’Italia repubblicana.

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