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Economia

Coronavirus, alberghi e turismo al minimo storico: “Peggio dell'11 settembre”

I dati di Confindustria sul crollo dell'alberghiero: “Prenotazioni azzerate, strutture quasi deserte, migliaia di contratti non rinnovati”

Sia come sia, per errori di comunicazione, allarmismo ingiustificato, legge del contrappasso verso i sovranisti sempre più di moda, l'Italia e gli italiani adesso all'estero sono percepiti come gli 'untori' del Coronavirus. E nel fu Belpaese i turisti, almeno per ora, non vogliono più venire.

Mai visto nulla del genere. E' peggio dell'11 settembre, della Guerra del Golfo”, sottolinea Giancarlo Carniani, presidente della sezione albergatori di Confindustria Firenze, presentando questa mattina nella sede degli industriali di via Valfonda i primi, allarmanti, dati raccolti sul settore turistico.

“Dopo la strage del Bataclan di Parigi il crollo del turismo là fu di poche settimane, ma qui la situazione ora è ben peggiore”, prosegue Carniani. Si parla di prenotazioni quasi azzerate e di un numero indefinito di disdette.

“Per dare un'idea, in questo periodo normalmente gli alberghi sono occupati al 70%. Ecco, siamo al 16%”, allarga le braccia Carniani, lui stesso titolare di un hotel. "E pensare che dai dati di inizio anno questo sembrava un anno ottimo, con un boom proprio di cinesi e americani".

In ballo ci sono anche migliaia di posti di lavoro, quel 30/35% (secondo stime della stessa Confindustria) di lavoratori stagionali di cui si servono le strutture per il periodo estivo e di picco turistico.

“Migliaia di contratti erano pronti per essere firmati, tutti bloccati”, ammette l'esponente di Confindustria. E per molti dipendenti fissi sono già state disposte le ferie obbligatorie.

“La situazione è notevolmente peggiorata dopo 'l'editto di Trump'”, prosegue l'industriale, in riferimento all'invito del presidente Usa ai suoi compatrioti ad evitare l'Italia.

“A livello fiorentino nel settore alberghiero da qui alla fine del 2020 la perdita stimata può essere intorno ai 200 milioni di euro”, aggiunge Giovanpaolo Innocenti, presidente del consorzio Firenze albergo.

“Una situazione così la possiamo reggere due mesi. Se una tale crisi dura di più non sappiamo cosa può accadere”. Anche perché al turismo sono legate tantissime attività in città, non certo solo gli alberghi: ristoranti, bar, negozi vari, tour operator, taxi e chi più ne ha più ne metta.

“Deve passare il messaggio che Firenze è aperta. Il problema è che all'estero ora ci vedono come noi vedevamo la Cina all'inizio della crisi del Coronavirus, un luogo da evitare”, ammette Carniani.

Al Comune, che per il momento ha sospeso la rata di marzo della Cosap, tassa sul suolo pubblico, gli albergatori chiedono la riduzione di Imu e Tari e al governo tra le altre cose “la disapplicazione dell'imposta di soggiorno per tutto il 2020, lo slittamento della 'lotteria degli scontrini', ammortizzatori sociali per i lavoratori e la revisione del 'decreto dignità', per consentirci di assumere in futuro con la massima flessibilità possibile gli stagionali che oggi non possiamo assumere”.

Parlando di tassa di soggiorno, entra in gioco anche Palazzo Vecchio, che nel 2020 ha preventivato di incassare da tale voce circa 50 milioni di euro (imposta che comunque dipende dal governo centrale). Domani, mercoledì, il sindaco Dario Nardella incontrerà i rappresentanti di categoria per fare il punto della situazione.

“C'è l'equivoco di sempre: l'Italia ha fatto molti più controlli dei Paesi europei, addirittura dieci volte più della Francia. Quindi in proporzione abbiamo più contagi, ma non possiamo essere trattati come appestati o untori”, ripete anche oggi lo stesso Nardella, intervistato oggi ad Agorà su Raitre.

Come dire: se in Francia o Germania facessero il numero dei tamponi fatti in Italia (per non parlare degli Usa, dove la sanità privata fa pagare cifre folli - si parla di migliaia di dollari - per i tamponi che poi dovessero risultare negativi) anche questi Stati avrebbero il nostro numero di contagi se non una cifra maggiore.

“In consiglio comunale ieri abbiamo votato un atto, dalla Lega al Pd, dove chiediamo che il governo si attivi per ottenere la deroga al patto di stabilità europeo per il 2020 per i Paesi colpiti”, ricorda Nardella. Per il momento il centro storico di Firenze resta semideserto, quasi surreale. E tra un mese è Pasqua.

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