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Economia Sesto Fiorentino

Sesto Fiorentino: la Richard Ginori chiuderà il 31 luglio

L'azienda di porcellane chiuderà il prossimo 31 luglio. Attesa per il concordato preventivo e l'arrivo di un nuovo soggetto che rilevi l'attività gravata da debiti per 70 milioni di euro

Con il titolo sospeso da mesi a Piazza Affari, dopo 277 anni l’ azienda di porcellane Richard Ginori cesserà l’attività nello stabilimento di Sesto Fiorentino. La chiusura il prossimo 31 luglio. Questo quanto emerso dal vertice tra sindacati, istituzioni  e rappresentanti del collegio dei liquidatori Marco Milanesio e Nicola Lattanzi. La Richard Ginori 1735 è gravata da debiti per circa 70 milioni di euro, di cui 36 verso creditori privilegiati. Adesso si sta cercando di traghettare la Richard Ginori 1735 fino al concordato preventivo,  per bloccare le istanze fallimentari depositate in tribunale, e salvare l’azienda.

In vista della cessazione dell'attività sarà richiesta la Cassa integrazione straordinaria per i 337 lavoratori dello stabilimento, mentre saranno mantenuti accesi i forni. Secondo quanto emerso al tavolo, tenutosi ieri presso la sede dell'assessorato alle attività produttive della Regione Toscana, i tre soggetti industriali interessati a rilevare la Ginori (Sambonet, Lenox, e una cordata di imprenditori del Nordest) al momento stanno effettuando la procedura di due diligence.

"In queste settimane - ha spiegato l'assessore regionale Gianfranco Simoncini - si sono susseguiti numerosi incontri. L'obiettivo dei commissari è quello di chiudere il confronto nei tempi più rapidi possibili e di presentare comunque entro agosto la proposta di concordato preventivo".  

Secondo le indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, la proposta Sambonet prevede di rioccupare un terzo dei lavoratori e con la garanzia di rimanere a Sesto fiorentino fino al 2016, proposta definita ''insufficiente e inaccettabile'' dal sindaco di Sesto Gianni Gianassi. Se il marchio Richard Ginori e' ancora appetibile, come testimoniato dal successo oltre le aspettative della promozione realizzata con Unicoop Firenze nel 2011 (una commessa da 9 mln) e anche dall'interesse di un big Usa come Lenox (che pero' potrebbe non essere interessato a rilevare anche l'azienda), sembra meno attraente la fabbrica di Sesto.   

 

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