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Case popolari, Toscana apre a non occupanti cambiando criteri e canone

La vicepresidente Stefania Saccardi ha visto approvare in giunta la proposta che adesso proseguirà il suo iter in consiglio regionale per l'approvazione definitiva

"Per l'accesso al sistema di edilizia popolare – ha detto la vicepresidente toscana, Stefania Saccardi - si richiedono stabile presenza sul territorio, rispetto della legalità, accertamento dell'effettiva consistenza patrimoniale, la non titolarità di beni immobili su tutto il territorio nazionale e all'estero, nonché la verifica del valore delle automobili e degli altri beni mobili registrati".

Rivisti i criteri con l'intento di ridurre il disagio abitativo di famiglie o singoli che non sono in grado di accedere ad affitti sul libero mercato. Per Saccardi il sistema sarà adesso basato su "Principi di economicità ed equità, favorendo una maggiore razionalizzazione, la manutenzione, la messa in efficienza e la qualificazione del patrimonio, introducendo più rigorosi requisiti di accesso, prevenendo abusi e speculazioni, assumendo come parametro di valutazione della situazione socio-economica l'Isee, assicurando così garanzie per l'utenza" 

Il canone di locazione minimo viene rideterminato in 40 euro mensili. Si prevede inoltre l'impegno di una prossima rivisitazione legislativa della determinazione dei canoni, delle forme associative tra comuni a livelli territoriali ritenuti più congrui, nonché la previsione di forme associative dei soggetti gestori in ambiti territoriali anche di area vasta.

L'assegnazione degli alloggi da ripristinare viene incontro ad una richiesta avanzata più volte da parte dei Movimenti di lotta per la Casa che chiedevano di poter entrare nelle case da ristrutturare e poterlo fare a proprie spese con decurtazione dei lavori dal canone mensile. "Per ridurre le liste di attesa - spiega ancora Saccardi - è stata introdotta la possibilità di assegnazione degli alloggi non ripristinati. Ente gestore e assegnatario firmano in questo caso una specifica convenzione che definisce la tipologia dei lavori da eseguire e le relative spese, oltre all'eventuale anticipo delle spese per i lavori da parte dell'assegnatario stesso e lo scomputo di queste dal canone di locazione".

Saranno dati punteggi aggiuntivi per chi risiede nell'ambito territoriale da più di 10 anni e per la presenza continuativa in graduatoria. Tra i requisiti di accesso ci sono: la residenza anagrafica o attività lavorativa stabile ed esclusiva o principale nel territorio cui si riferisce il bando da almeno 5 anni
 Valutazione rigorosa del rispetto della legalità: assenza di occupazioni abusive sia di alloggi di edilizia residenziale pubblica sia di beni di proprietà pubblica o privata, nei 5 anni precedenti la presentazione della domanda. Introduzione dell'Isee. Sarà questo infatti lo strumento che servirà a valutare le caratteristiche economiche per accedere agli alloggi.

Sarà possibile valutare meglio le situazioni socio-economico-familiari come la presenza di anziani, persone con handicap, alloggi con barriere architettoniche, mentre saranno ridimensionate le condizioni per situazioni contingenti come provvedimenti di sfratti per morosità, per i quali sarà prevista comunque una riserva specifica del 25% degli alloggi, e per particolari condizioni abitative, alloggi impropri o antigienici, sovraffollamento ecc. In questi casi i comuni potranno assegnare, all'interno della riserva specifica, un alloggio a tempo determinato.

Come si assegneranno le case? "I comuni procederanno con apposito regolamento in attuazione della legge a disciplinare le modalità di assegnazione degli alloggi, i bandi, le domande, la formazione delle graduatorie, le modalità di aggiornamento, le forme e i termini di ricorso, le modalità di individuazione degli alloggi da assegnare secondo l'ordine stabilito dalla graduatoria, con particolare riguardo alla scelta, la consegna e l'eventuale rinuncia".

Tre le procedure previste per l'assegnazione: assegnazione ordinaria, in mobilità e utilizzo autorizzato
L'assegnazione in mobilità è un'assegnazione con disponibilità provvisoria dell'alloggio. Il comune attiva questo procedimento quando, accertata una consolidata situazione di sottoutilizzo o di sovraffollamento da almeno due anni, individua un altro alloggio adeguato alla ricollocazione del nucleo familiare.
L'utilizzo autorizzato è una modalità provvisoria di destinazione dell'alloggio ad un nucleo familiare non assegnatario (nella percentuale massima di riserva del 35% degli alloggi da concedere annualmente) o a nuclei familiari in possesso dei requisiti previsti per l'accesso che si trovino in situazioni di emergenza (pubbliche calamità, situazioni emergenziali accertate, sfratti esecutivi non prorogabili e casi di rilascio di alloggi di proprietà privata per provvedimenti di espropriazione forzata a seguito di pignoramento per morosità incolpevole, grave disabilità ecc).

Ogni anno verrà verificata la permanenza dei requisiti di assegnazione. Alle normali cause si aggiungono: rifiuto di dare attuazione ad un provvedimento di mobilità su iniziativa d'ufficio, sopravvenuta titolarità di un diritto di proprietà, uso, usufrutto, abitazione, situazione economica pari al doppio del limite previsto per l'accesso, disponibilità di beni mobili con valore superiore al 25% del limite per l'accesso, violazione delle disposizioni in materia di variazione del nucleo familiare e di ospitalità temporanea, con cessioni a terzi dell'alloggio.

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