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Emergenza Casa, privati in soccorso dello Stato con incentivi all'affitto concordato

L'ipotesi è quella di inserire un piano fiscale sulla casa nella bozza del decreto "Sblocca Italia"

 Offrire uno sgravio per chi compra un immobile, nuovo o completamente ristrutturato, al fine di affittarlo per almeno otto anni a canone concordato.
Dove non arrivano gli immobili pubblici, o case popolari, potrebbero intervenire i privati. Si tratterebbe di un mercato alternativo "in soccorso" dell'emergenza abitativa.
Risultano tanti gli stabili di nuova costruzione invenduti da parte dei costruttori. Ma l'impedimento all'acquisto sarebbe solo una questione di tasse? In un momento di scarsa offerta di lavoro, i risparmiatori potrebbero investire nel mattone ottenendo così una rendita dalla locazione. Niente di nuovo, è già stato fatto in passato. 

Il problema. Forse si tratta solo di una percezione psicologica, ma il sempre più elevato numero di sfratti per morosità dovrebbe far riflettere sull'opportunità dell'iniziativa. Molte sono le procedure di sfratto in corso in attesa di esecuzione. Un contratto di 8 anni non è un Bed and Breakfast, soluzione che invece ha preso piede nella turistica Italia.
Se lo sgravio fiscale potrebbe avvicinare gli investitori, non è detto che gli affittuari siano pronti a sostenere il costo degli affitti. In fin dei conti il lavoro manca anche per loro ed il canone dovrebbe essere molto inferiore alla soglia di mercato. Il rischio è dunque quello di trovarsi un secondo o terzo immobile vuoto.

Firenze è tra le grandi città quella con il 50% delle locazioni a canone concordato. Di cosa si tratta? Per stabilire un canone d’affitto concordato è necessario che il Comune e le associazioni che rappresentano inquilini e proprietari stabiliscano le modalità di valutazione degli immobili. Per ogni tipologia individuata e per ogni zona o quartiere, poi, occorre definire una forbice entro cui far rientrare il canone.

Daniele Mancini, Amministratore Delegato di Casa.it ha dichiarato: “L’obiettivo del governo è chiaramente quello di alleggerire il carico degli immobili invenduti dai costruttori, smuovendo un mercato che in questi anni ha sofferto la crisi più di tutti e garantendo, allo stesso tempo, un certo numero di abitazioni in affitto a prezzo calmierato".
Ma quanto può essere basso il canone? "Questa tipologia contrattuale - risponde Mancini - risulta conveniente per tutte le parti quando la differenza tra il canone concordato e quello libero non è troppo alta, in linea di massima entro il 20%”. Basterà?

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