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Economia Sesto Fiorentino

Cartonificio fiorentino: a Sesto sciopero e presidio contro il trasferimento ad Altopascio

Quasi cento lavoratori in bilico, il 25 incontro in Regione: “La proprietà ha disatteso ogni impegno”

Sciopero con presidio a Sesto contro l’annunciata chiusura dello storico Cartonificio fiorentino, vista la volontà della proprietà di spostare tutta la produzione ad Altopascio. 85 i lavoratori interessati, a cui vanno aggiunti quelli dell’indotto. Erano un centinaio ieri pomeriggio davanti allo stabilimento di viale Ariosto tra dipendenti, delegati sindacali di altre aziende del territorio, dalla Ginori alla Ely Lilly, passando per forze politiche e rappresentanti istituzionali, dal sindaco Lorenzo Falchi a Valerio Fabiani, consigliere speciale per lavoro e crisi industriali della Regione Toscana, dove il 25 è convocato un tavolo con le parti.

“Speriamo che l’azienda si presenti con componenti autorevoli della Pro.Gest (la proprietà che ha acquisito il Cartonificio nel 2016, ndr) in modo da poter sviluppare una trattativa”, dice Giuseppe Gentile della Slc Cgil che ha promosso il presidio insieme alla Fistel Cisl e alla Rsu. Le ragioni per essere ottimisti, però, non sono molte. “Finora hanno totalmente disatteso gli impegni sottoscritti in sede regionale il 29 giugno dello scorso anno”.

A partire dalla ricerca di un nuovo stabilimento sul territorio, mantenendo comunque per tutto il 2024 la produzione nella sede di viale Ariosto. Da mesi i sindacati hanno chiesto un incontro in sede istituzionale per fare il punto della situazione, inutilmente. Poi la scorsa settimana, all’improvviso, l’annuncio dell’improvvisa accelerata. “Ad oggi è l’unica cosa che la proprietà ci ha comunicato è il trasferimento ad Altopascio, senza specificare tempi e modi e, soprattutto, senza alcuna garanzia sul mantenimento dei livelli occupazionali”. Ma in realtà, anche in presenza di rassicurazioni, con lo spostamento in provincia di Lucca ci sarebbero dei licenziamenti ‘de facto’: il nuovo capannone dista da quello di Sesto Fiorentino 52 chilometri e non ci sono mezzi pubblici per raggiungerlo. Senza considerare che si lavora su tre turni, notte compresa. “Continuare sarebbe impossibile per la maggior parte di queste persone, visti i tempi di percorrenza assurdi e l’aumento dei costi a loro carico, tra benzina e autostrada”.

L’unica certezza, al momento, è l’abbandono dell’area di viale Ariosto, 35mila metri quadri a ridosso della stazione ferroviaria, una posizione strategica per il collegamento con Firenze, monetizzando la vendita: “Sicuramente la collocazione dell’immobile lo potrebbe rendere pregiato, ma - ribadisce Gentile - quali sono le intenzioni lo sa soltanto la proprietà, visto che con noi non parlano”.

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