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Economia Campi Bisenzio

Campi Bisenzio: sciopero alla Signorini Rubinetterie contro i licenziamenti

Presidio di lavoratori e sindacalisti: “Chiarezza sul futuro della storica azienda”

Questa mattina sciopero di un’ora e presidio dei lavoratori davanti ai cancelli della Signorini Rubinetterie di Campi Bisenzio, per dire "no" ai tre licenziamenti annunciati dall'azienda e chiedere chiarezza sul futuro.

Durante le ferie estive la proprietà della Signorini Rubinetterie ha inviato le lettere di licenziamento a tre lavoratori. Questi, al rientro, si sono presentati in fabbrica perché i provvedimenti non sono ancora effettivi e l’azienda, rende noto la Fiom Cgil, “ha persino chiamato i carabinieri per farli allontanare”.

Con questa operazione, da 17 dipendenti totali ne rimarrebbero 14, una mossa che per il sindacato è fatta apposta per portare il numero dei lavoratori sotto i 15, “per far sì che senza Articolo 18 i lavoratori abbiano meno diritti (perdendo l’accesso eventuale agli ammortizzatori sociali) e per togliere così di mezzo le rappresentanze sindacali”.

La Fiom Cgil chiede il ritiro immediato dei licenziamenti e che venga fatta chiarezza rispetto al futuro dell’attività. La Signorini è una manifattura con quasi cento anni di storia: fattura oltre 2 milioni di euro l’anno. Gli hotel di lusso di Firenze e non solo montano i loro rubinetti.

“Un’attività come questa non può essere minacciata da una dirigenza miope, senza una politica commerciale. Piuttosto, sia messa in vendita per dare ad altri la possibilità di risollevarla”, chiedono Daniele Calosi (segretario generale Fiom Cgil Firenze) e Andrea Vignozzi (Fiom Cgil Firenze), questa mattina al presidio.

La prossima settimana il sindacato farà un’iniziativa pubblica invitando le istituzioni. Intanto in fabbrica prosegue lo stato di agitazione.

“La Signorini è una realtà più piccola, ma l’arroganza dimostrata dall’azienda è grande quanto quella dimostrata dalla Bekaert (la multinazionale belga che ha annunciato 318 licenziamenti nello stabilimento di Figline Valdarno, ndr) – aggiunge Calosi -. Noi, come stiamo facendo in Bekeart, anche qui non molliamo. Basta coi ricatti sulle spalle della povera gente. C’è il diritto alla dignità per chi lavora”.

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