Bekaert, 211 lavoratori ancora a rischio: “Prorogate la cassa integrazione”
Per l'incontro al ministero a Roma anche Enrico Rossi: “Garantire il futuro ai dipendenti”
Questa mattina incontro a Roma, al ministero dello sviluppo economico, sul caso della Bekaert di Figline Valdarno, dove 211 lavoratori sono ancora sospesi sul rischio licenziamento a breve. Sono due i piani industriali pervenuti al tavolo con i sindacati convocato dal ministero, e per il quale sono scesi a Roma diversi operai.
Uno è quello di Trafilerie Meridionali, azienda di Chieti interessata ad attingere al know-how dei lavoratori Bekaert, orientata alla produzione di filo tubo e altri trafilati in acciaio, l'altro è quello che deriva dall'ipotesi che gli stessi lavoratori costituiscano una Cooperativa che oltre al filo tubi erogherebbe servizi di manutenzione industriale.
Per la Cgil “non è stato un incontro soddisfacente”, come dichiara Daniele Calosi, segretario della Fiom Cgil di Firenze. “A due mesi dalla scadenza della cassa integrazione per i 211 lavoratori, ci troviamo davanti due sole proposte, di cui una frutto di un'iniziativa di alcuni lavoratori. Entro la fine dell’anno, in soli due mesi, non siamo in grado di valutare la solidità del progetto di Trafilerie Meridionali e del suo partner, peraltro sconosciuto e ad oggi non è stato neanche ipotizzato il numero di lavoratori che potranno essere ricollocati”.
“Bene l'apertura di Bekaert alla produzione dello steel cord, che dà maggior certezza occupazionale , ma è inaccettabile trattare con il conto alla rovescia dei licenziamenti”. “Il piano industriale è insufficiente”, dice anche Francesca Re David, segretaria generale della Fiom Cgil, che chiede al governo di “rifinanziare la cassa integrazione in scadenza il 31 dicembre 2019” e all’azienda di ritirare i licenziamenti.
Su proroga della cassa e ritiro dei licenziamenti sono d'accordo anche i delegati della Cisl, che però parlano di “passo avanti”. “C’è una possibilità concreta, è necessario dargli fattibilità”, commenta Alessandro Beccastrini, segretario generale Fim-Cisl Toscana.
L’ipotesi della cooperativa, secondo la Cisl, “è stata affrontata, ma non valutata nel merito, perché secondo il ministero mancavano una serie di elementi e di dati”.
A Roma anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. “Un passo avanti – dice anche Rossi -. Due ipotesi di reindustrializzazione le abbiamo. Serve tempo per formalizzarle ed analizzarle, nel frattempo dobbiamo garantire i lavoratori prorogando la cassa”.
La sottosegretaria Alessandra Todde (M5S) si è detta disponibile a portare al ministero del lavoro la richiesta di proroga della cassa integrazione e a riconvocare il tavolo entro novembre, con l'obiettivo di concludere la reindustrializzazione dell'area entro i primi quattro mesi del prossimo anno.