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Economia Novoli / Via del Ponte di Mezzo, 27

Un edificio dello scandalo "Quadra" potrebbe essere acquistato dalla Asl

La struttura dovrebbe essere adibita a dodici mini appartamenti per ospitare ex degenti provenienti da San Salvi. De Zordo e Grassi: "Pur di vendere San Salvi l'Asl compra un immobile costruito grazie alle norme Quadra"

Una volta c’erano due capannoni artigianali, in uno c’era una tipografia nell’altro un’officina. Poi un’operazione edilizia ha trasformato le due strutture in un unico complesso formato da una serie appartamenti. Oggi questa palazzina, in via Ponte di Mezzo ventisette, sarebbe in procinto di essere acquistata dalla Asl di Firenze, che sarebbe intenzionata a trasferire nei dodici mini appartamenti dell’edificio, una quindicina di ex degenti del centro sanitario per disabili psichici “I Girasoli”, che opera all’interno dell’ex Ospedale  Psichiatrico di San Salvi. Il condizionale è d’obbligo poiché l’intera operazione ancora non è andata in porto, ma per adesso si parla di un preliminare d'acquisto. Che vuol dire? Che se ancora non è stato firmato niente, ma c’è già però un accordo sulle cifre. In questo caso la cifra si aggira attorno ai quattro milioni di euro

L’Asl, in sintonia con il comune, da tempo ha deciso di vendere l’area di San Salvi a costruttori ed imprese edili, al posto dell’ospedale sorgerebbero residenze private. L’Asl da tempo sostiene che quella struttura è poco idonea e fragile; e un’eventuale vendita andrebbe ad implementare e di molto le casse dell’azienda sanitaria fiorentina, anche in previsione dell’imminente costruzione del nuovo ospedale di Torregalli. Per far questo però, per portare in porto questa operazione finanziaria, deve destrutturare e quindi dislocare sul territorio le funzioni del polo ospedaliero. Per questo è in procinto di acquistare la palazzina numero tre di via di Ponte di Mezzo. Tre, perche nell’isolato in questione ci sono quattro edifici: oltre a quello in questione, un altro sempre ad uso residenziale, una carrozzeria, ed una villetta monofamiliare. Tutte e quattro le strutture fornite di un unico ingresso angusto, una galleria, un cunicolo due e novantacinque di altezza per tre e venticinque metri per larghezza. 
 
C’è di più: l’immobile in questione è sottoposto a particolari cure da parte della magistratura così come l’azienda costruttrice, finita sotto i riflettori per speculazione edilizia ed abuso di ufficio nel maxi scandalo, tra politica, corruzione ed impresa, noto come il “caso Quadra” (dall’omonima azienda coinvolta). Il caso è stato sollevato da i gruppi consiliare PerUnaltracittà e Spini e dalle associazioni ex Panificio Militare SanSalvichipuò e di Medicina Democratica. “Solleviamo seri dubbi sul fatto che un ente come l’ASL, nell’ottica della delocalizzazione delle strutture socio-sanitarie e della vendita dell’area di San Salvi, abbia scelto di trasferire alcuni ex degenti del Centro “I Girasoli” in un edificio che è stato oggetto di polemiche, discussioni e di indagini delle Autorità Giudiziarie – affermano Ornella De Zordo e Tommaso Grassi. E’ bene ricordare che l’immobile posto in Via Ponte di Mezzo n. 27 è all’interno di un isolato in cui si sono susseguiti interventi di densificazione caratterizzati da un accumularsi e sovrapporsi di pratiche con iter discontinuo, travagliato e che alcune di esse sono ancora sottoposte a sequestro della Procura della Repubblica per indagini. A tutto ciò va aggiunto che il soggetto che ha chiesto il permesso a costruire dell’edificio è stato rinviato a giudizio in seguito all’inchiesta della Magistratura sui cantieri della società Quadra s.r.l.”. 
 
Se l’operazione andrà in porto, i dodici appartamenti si trasformeranno nei nuovi alloggi per i degenti di un padiglione di San Salvi. La consulta psichiatrica, però, ha espresso all’unanimità parere negativo al trasferimento, sia per ragioni ambientali, di sicurezza, e di salute dei pazienti.
“Continueremo – sottolineano Ornella De Zordo e Tommaso Grassi - a seguire la vicenda sperando che l’Asl possa rivedere la scelta fatta e che presto si possa tornare indietro rispetto a una decisione che appare certamente un regalo fatto a chi, dopo aver speculato in un tessuto urbano assai delicato e fragile, ricorre alla soluzione di vendere un immobile ad un ente pubblico. Terremo l’attenzione sul tema, presentando delle interrogazioni in Consiglio sugli aspetti che non ci risultano chiari e chiedendo risposte precise all’ASL che non ha ancora perfezionato le pratiche di acquisto, e segnalando alle Autorità competenti i rischi che temiamo non siano stati presi in dovuta considerazione sotto il profilo della sicurezza”.
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