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Domenica, 28 Aprile 2024
La protesta

Alia: lavoro festivo e benefit ai dirigenti, i Cobas proclamano lo stato di agitazione

“Vogliamo denunciare lo sfruttamento: occupazione precaria, mal retribuita e con un pessimo orario. Palazzo Vecchio approva?”

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Stato di agitazione in Alia, proclamato dai Cobas lavoro privato, in rotta di collisione con l’azienda su turni e stipendi da un lato e sui fringe benefit garantiti solo a quadri e dirigenti dall’altro. Un muro contro muro dovuto al fatto che “la direzione che non intende avere rapporti o trattative con noi - spiega Alessandro Giacomini, portavoce Cobas Alia - perché non abbiamo firmato il contratto nazionale. E questo nonostante la nostra crescita, oltre un centinaio di iscritti, in particolar modo su Firenze. Le Rsu sono decadute nel 2019, in mezzo c’è stato il coronavirus e da allora stiamo aspettando le nuove elezioni”. Nel frattempo però il dialogo dell’azienda è esclusivamente con i sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil più Fiadel.

“L’ultimo accordo siglato a novembre prevede per i nuovi assunti quattro anni per raggiungere il primo livello B e altri due per arrivare al secondo livello A. Meglio rispetto al pessimo contratto nazionale, ma poco rispetto alle loro esigenze economiche”, spiegano in una nota. La richiesta dei Cobas Alia, infatti è quella di un passaggio automatico per tutti direttamente al livello 2A.

C’è poi il tema del turno domenicale, “pagato con un gettone di presenza da 80 euro che sicuramente a qualcuno fa comodo ma non è certo da lì che bisogna partire per migliorare gli stipendi”. Turno domenicale che attaccano, potrebbe diventare obbligatorio “anche grazie al tacito assenso delle organizzazioni sindacali che senza consultare lavoratori e lavoratrici stanno da mesi trattando con la direzione”.

Un problema che riguarda anche i neo assunti a tempo determinato già adesso obbligati a lavorare la domenica, “pagata con integrazione extra sul normale feriale” e recupero a rotazione in altro giorno della settimana. “Queste persone entrano in servizio alle ore 11 fino alle 17.20 senza mensa, né buoni pasto, né tanto meno possibilità di pausa  durante il lavoro per mangiare per quanto riguarda il primo turno, il secondo entra alle 15 fino alle 21.20 con conseguente possibilità di cena solo in orario  notturno. Stiamo parlando - commentano - di ulteriore lavoro precario, con pessimo orario lavorativo giornaliero, assenza di una normale festività settimanale, mal retribuito. La nostra giunta comunale fiorentina appoggia e sponsorizza  queste iniziative aziendali? Stiamo parlando di una società a  capitale pubblico quale è Alia, che evidentemente è libera di  gestire a suo comodo i soldi che i cittadini versano con la Tari”.

L’altro fronte della protesta dei Cobas Alia riguarda invece i fringe benefit concessi a quadri e dirigenti: “Vengono date autovetture a noleggio ‘all inclusive’, con la possibilità di guida anche per i familiari. È una cosa scandalosa, visto che non hanno certo problemi ad arrivare a fine mese. Nell’ods pubblicato c’è anche la possibilità di pagare affitti ed interessi di mutuo. Ci sembra esagerato. Perciò - sottolineano - abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa di Sinistra Progetto Comune che è ricorsa al Tar per obbligare Alia a rendere pubblici gli atti che nega regolarmente da anni. Piano industriale, stipendi e benefit aziendali fra gli altri, sono dati che Alia, in quanto società pubblica di proprietà dei comuni, deve rendere noti anche se si rifiuta di farlo”.

La solidarietà di Sinistra progetto comune

E da Spc con i consiglieri Dmitrij Palagi e Antonella Bundu arriva la solidarietà a lavoratori e lavoratici dei servizi ambientali: “Su molti punti in questi anni abbiamo fatto question time e accessi agli atti. A questi ultimi Alia ha sempre risposto con dinieghi, per cui abbiamo fatto ricorso al Tar.  In attesa della seduta del 4 aprile continua la nostra campagna per coprire le spese legali e spiegare il senso politico di questa scelta, a tutela della funzione di controllo che spetta alle consigliere e ai consiglieri comunali (a prescindere dall'essere di maggioranza o di opposizione)”. 

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