Siccità, calo del 30% dell’agricoltura per l’assenza di piogge
La produzione di pomodori è in calo del 25 - 30 percento rispetto ai quantitativi attesi. Nella produzione di mais ci sono dubbi se potrà essere fatta la raccolta
È stata un’estate torrida, segnata dalle continue correnti africane. Bollente ma soprattutto secca. Si perché il grosso problema del 2012, radicato fin dal settembre 2011, è la siccità. In Italia ma soprattutto in Toscana. L’invaso di bilancino, il polmone idrico più importante nel fiorentino, ne è la prova più lampante. E adesso, quando l’estate è agli sgoccioli, si fa la conta dei danni. Partendo da un settore che ha pagato il prezzo più alto: l’agricoltura. I cali di produzione medi in Toscana si aggirano sull’ordine del 30%. A sostenerlo il Cia Toscana, secondo cui la prolungata assenza di piogge ha causato un aumento dei costi per le aziende nel tentativo di salvare le produzioni.
“Le imprese toscane – afferma Alessandro Del Carlo, Cia Toscana – si aspettano il riconoscimento dello stato di calamità da parte del ministro con l'attivazione di misure adeguate, e relative risorse, per sostenere le imprese”. Per il pomodoro da industria, di cui è in corso la raccolta, Cia Toscana spiega in una nota che si registrano cali di produzione dal 25% al 30% rispetto ai quantitativi attesi, e perdite di prodotto non conferito alle industrie a causa della qualità scadente. Per gli ortofrutticoli le perdite oscillano dal 20% all'80% a seconda delle specie coltivate. In alcuni territori tradizionalmente dediti alla produzione di mais è perfino in dubbio che venga fatta la raccolta perché la produzione è praticamente inesistente; altre produzioni cerealicole come il girasole accusano una perdita di produzione stimabile dal 60% all'80%. La vendemmia è in corso, e si riscontra una perdita di prodotto dal 20% al 30%, con l'aggravante dei requisiti qualitativi delle uve che, secondo Cia Toscana, daranno luogo probabilmente a un vino con tassi alcometrici eccessivi. Per l'olivicoltura, in molte zone la perdita di produzione arriverà fino anche al 50% a causa della caduta massiva delle olive. La mancanza di foraggio fresco di stagione ha portato a perdite di produzione di latte ovino e bovino, e le aziende hanno avuto un aumento di costi dovendo nutrire gli animali con mangimi dal prezzo più elevato. Perdite di prodotto anche nel florovivaismo, con costi più elevati.