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Cronaca

'Zone rosse', ricorso al Tar contro contro l'ordinanza del prefetto: “Grave ferita allo stato di diritto”

L'appello dell'Aduc: “Facciamo nostro il richiamo del Presidente della Repubblica: 'no al baratto della libertà con la promessa dell'ordine'”

Le ordinanze prefettizie che vietano l'ingresso nelle cosiddette 17 'zone rosse' delle città a chiunque sia stato anche solo 'denunciato', “costituiscono una grave ferita allo Stato di diritto, alla democrazia e ai diritti di libertà individuali”.

A scriverlo, nero su bianco, dopo le numerose proteste delle scorse settimane, è l'Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, che annuncia anche un ricorso al Tar contro l'ordinanza, tra le primissime in Italia, voluta in città dalla prefetta Laura Lega.

“Abbiamo deciso di promuovere e finanziare l'iniziativa di un pool di legali al fine di impugnare l'ordinanza. Gli avvocati Cino Benelli, Adriano Saldarelli e Fabio Clauser, questi ultimi due consulenti Aduc, hanno depositato ricorso al TAR Toscana per sottoporla al vaglio giurisdizionale”, ha annunciato ieri l'associazione tramite una nota stampa.

'Zone rosse', il testo del ricorso al Tar dell'Aduc

“L'insicurezza, fenomeno più percepito che reale e cinicamente cavalcato a fini elettorali, ha spinto il Ministero dell'Interno a promuovere nuove forme di controllo del territorio attraverso i Prefetti. Firenze è la prima città ad adottare un tale provvedimento dopo Bologna, ed è stato accolto con entusiasmo non solo dai sostenitori del Ministro Matteo Salvini (Lega), ma anche dal Sindaco Dario Nardella (PD).

In particolare viene disposto il divieto di stazionare in alcune aree della città 'ai soggetti che ne impediscano la fruizione con comportamenti incompatibili con la vocazione e la destinazione di tali aree. Sarà considerato responsabile di tali comportamenti chiunque sia stato denunciato'.

In breve, secondo il Governo e il Sindaco, una persona deve essere allontanata da certe aree perché ne impedirebbe il godimento (di che cosa? a chi?) per il solo fatto di essere stata denunciata. Essere stati denunciati non è un comportamento, è un fatto.

Un fatto che non dipende dal denunciato e che in uno Stato di diritto deve essere considerato neutro, fino a che non si giunga ad una condanna definitiva. Giusto per avere un'idea: anche chi è stato assolto con formula piena è stato denunciato. Anche chi è stato accusato falsamente è stato denunciato”, si legge nel testo che accompagna il ricorso dell'Aduc.

“Attraverso questa azione giudiziaria, che sottoporrà questo tipo di ordinanze al vaglio delle leggi e della Costituzione, facciamo nostro - prosegue il testo dell'Aduc, che rivolge anche un appello alle donazioni per sostenere l'iniziativa legale -, il richiamo del Presidente della Repubblica dello scorso 25 aprile, festa della liberazione nazionale dal totalitarismo: 'no al baratto della libertà con la promessa dell'ordine'”.

'Zone rosse': le proteste contro l'ordinanza della prefetta

Nelle passate settimane si erano già registrate numerose proteste contro la presunta illegittimità costituzionale dell'ordinanza, tra cui quelle della Camera Penale e dei magistrati di Magistratura Democratica e di Area Democratica.

Forti polemiche erano anche seguite al primo 'allontanamento' comminato proprio in base alla nuova ordinanza, rivolto ad una donna peruviana che era in piazza della Stazione in attesa dell'autobus per andare a lavorare.

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