rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

C'è una zecca che fa perdere la memoria: ecco come difendersi

La malattia di Lyme: "Conseguenze croniche se trascurate". La storia di un veterinario

Prima spossatezza unita a gonfiori e forti dolori articolari. Poi la vista annebbiata e persino temporanee perdite di memoria. Sintomi che soltanto dopo una lunga e consistente cura antibiotica si sono attenuati. Ora Agnese, 38enne medico veterinario di Vaiano, sta meglio ma non può considerarsi ancora guarita

E' stata morsa da una zecca infetta che le ha provocato la malattia di Lyme. Prende il nome di cittadina Usa del Connecticut, dove ci fu un diffuso contagio negli anni '70. Se trascurata può davvero essere pericolosa per l'uomo e comportare paresi, oltre a gravi sintomi neurologici come alterazioni croniche del sistema nervoso centrale, disturbi dell'umore, della memoria e del sonno. 

"Ho iniziato ad accusare sintomi importanti ma non mi mi sono trovata la zecca addosso e non ho avuto reazioni cutanee che di solito si verificano in questi casi - racconta Agnese - la malattia non mi è stata diagnosticata, me ne sono accorta da sola facendo vari controlli. Dalla scorsa estate che ho iniziato a subirne le conseguenze ho appena finito il secondo ciclo di forti antibiotici. Ad aprile devo fare un altro controllo: ho avuto problemi importanti, e ancora oggi continuo ad avere strascichi". 

La prevenzione è fondamentale, specie se si frequentano boschi o parchi, perché gli antibiotici possono anche non bastare a debellarla: il rischio è di tenersi le conseguenze croniche della malattia. Può essere utile usare repellenti per insetti, indossare indumenti chiari, coprirsi gambe e braccia, rimanere nei sentieri ed evitare si sdraiarsi sull'erba.

La malattia, insomma, è tutt'altro che da sottovalutare. L'associazione Lyme Italia suggerisce di portare la zecca ad analizzare, conservandola in alcool non denaturato al 70% o congelata, per poi portarla ad analizzare. (QUI TUTTE LE INFO)

"Non a tutti compare la macchia rossa, di solito il principale indicatore della malattia di Lyme - spiega Giorgio Garofalo, direttore del dipartimento igiene pubblica dell'Azienda Usl Toscana centro - diversamente è difficile diagnosticarla".

"Non sappiamo quanti casi ci sono - aggiunge - in Italia ne stimiamo alcune migliaia l'anno". E così anche i medici, in Toscana ma in tutta Italia, non hanno esperienze personali e tangibili per poterla diagnosticare.

"Le zecche si possono prendere in un bosco, oppure a contatto con animali domestici o selvatici. Ma non è necessario frequentare aree così selvagge: possono stare anche sugli alberi delle Cascine. E appena sentono il sangue caldo si catapultano". E' facile essere morsi agli arti, oppure al collo e alle spalle se il parassita arriva dal ramo di un albero.

E nel caso in cui la prendiamo cosa si deve fare? "La prima accortezza è quella di levarsi la zecca", sottolinea Garofalo. Per farlo è importante non utilizzare "rimedi casalinghi" come l'utilizzo di olio o alcol. "Bisogna prendere un pinzetta fine, afferrare la zecca nel modo più aderente possibile alle cute senza spezzarla e tirare con decisione, ma lentamente verso l'alto. Se non si riesce da soli si può farselo fare da qualcuno, o anche andare al pronto soccorso", prosegue Garofalo.

"Occorre fare attenzione - sottolinea - il rischio è che il rostro rimanga nella cute e può dare un po' di infezione". Se il rostro della zecca permane nella cute va estratto con un ago sterile per evitare la formazione di granulomi: se la zecca si spezza il rischio di infezione aumenta.

Per di più la malattia di Lyme non dà immunità: si può anche ricontrarre dopo essere guariti. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

C'è una zecca che fa perdere la memoria: ecco come difendersi

FirenzeToday è in caricamento