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Cronaca

Voragine su Lungarno Torrigiani, Nardella: "Chiaro l'errore umano"

In Consiglio comunale i primi risultati della relazione tecnica. I geologi controllano le foto risalenti a due anni prima del crollo

Mancano poche ore all'esposizione della prima relazione tecnica sul crollo di 200 metri di Lungarno Torrigiani. Il primo cittadino, che spiegherà in aula le valutazioni tecniche, stamani ha effettuato un nuovo sopralluogo nel cantiere. "Io credo che sia ormai chiaro, nonostante qualcuno già nelle prime ore provasse a dire il contrario - ha detto Nardella alla Dire - , che qui una causa naturale non c'è. E se non è una causa naturale, è umana, questo è il punto".  "Dopodichè - ha sottolineato - io non faccio l'accusatore: nella relazione spiegherò tutto quello che sono in grado di spiegare e che mi è stato riferito dai tecnici di Publiacqua". Non solo, perchè "descriveremo soprattutto il lavoro che abbiamo cominciato a fare a meno di 24 ore dall'emergenza: ovvero la costituzione del comitato operativo, il modo con cui procederemo per ripristinare tutto quello che è stato distrutto nell'arco dei 5 mesi", tempistiche "che mi sono dato come obiettivo, come termine ultimo". Inoltre è necessario, ha concluso Nardella, "restituire rapidamente l'acqua a tutte le abitazioni, perchè ci sono ancora un po' di disagi".


Intanto i geologi hanno acquisito le immagini dei satelliti, compresa la fotografia scattata alle 5.30 del mattino poco prima del crollo. Si procede a ritroso, due anni indietro nel tempo, per ricostruire la verità immortalata dai satelliti radar dell'agenzia europea, di quelle 'cartoline' inviate dallo spazio. Il passaggio non è di poco conto: c'è stata prima una frana che ha insistito sulla tubatura tanto da spezzarla, oppure si sia trattato di un'esplosione della condotta, del classico colpo d'ariete, che poi ha dato vita allo smottamento. 
 
"Potremmo vedere le deformazioni al millimetro- ha spiegato il geologo Nicola Casagli, alla guida del team scientifico che sta studiando la frana-, anche se, in entrambi i casi, è chiaro e lampante che c'entra l'azione dell'acqua". In che senso? "Anche si fosse in presenza di una frana" lenta, latente, "la terra non si sarebbe spostata da sola. Molto probabilmente- spiega alla 'Dire' Casagli- saremmo in presenza di una perdita contenuta ma che con il tempo ha inzuppato il terreno" che, se si trattasse di questo, avrebbe cominciato a camminare lungo il pendio, verso l'Arno.
 

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