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Cronaca

San Salvi presto in vendita. Da manicomio a zona residenziale

Palazzo Vecchio pronto a modificare la destinazione d’uso per circa il 70% degli immobili. Il ricavato, circa 120 milioni, sarà destinato ai lavori dell'ospedale di Torregalli

Da San Salvi a Torregalli, passando da un accordo tra il Comune di Firenze e la Regione. Un accordo di programma messo all’ordine del giorno della giunta fiorentina e che quella regionale ha già ratificato e che ha trasmesso anche all’Asl, alla Provincia e al Comune di Scandicci. In sintesi: Palazzo Vecchio si impegnerà a cambiare la destinazione d’uso degli immobili del complesso di San Salvi che passeranno ad uso abitativo. In questo modo l’Asl di Firenze potrà mettere in vendita circa due terzi degli immobili. Il tutto vincolato da un impegno preciso: i circa 120 milioni di euro in entrata nelle casse dell’Azienda ospedaliera fiorentina (comprensivi di altre due alienazioni, l’ospedale di Camerata e il poliambulatorio di Santa Rosa), dovranno essere destinati per il completamento dei lavori del nuovo ospedale di Torregalli.

Tutto quindi passa dalla futura San Salvi. Trenta ettari di spazio pubblico in larga parte per mettere a norma Torregalli. Nell’ex manicomio di Firenze, oggi un Rsa in perenne discussione, sorgeranno centinaia di appartamenti, spazi direzionali e commerciali ed anche parcheggi. Non tutto lo spazio disponibile. Quasi tutto, una fetta di San Salvi, il 30%, resterà pubblica. Il giardino sicuro, forse il vecchio cine-teatro. E nella stessa porzione troverà spazio un presidio sanitario stabile, un asilo nido e si parla della facoltà di psicologia dell'Università di Firenze.

GRASSI/DE ZORDO – “La giunta Renzi approva la speculazione urbanistica dell’area e si cancellano servizi e spazi socio-sanitari sul territorio”, tuonano in giornata i consiglieri comunali Grassi e De Zordo. “Ribadiamo – continuano i consiglieri – che trovavamo già oltre ogni positivo equilibrio l'accordo e la variante con piano di recupero approvato dal Consiglio comunale di Firenze nel 2007; ora una sua ridiscussione a favore di maggiori aree private residenziali, con una diminuzione vicino all’azzeramento del presidio socio-sanitario e delle funzioni pubbliche ci trova fortemente contrari. Dobbiamo credere che non cambierà nulla al parco e alla sua accessibilità, solo perché ci viene detto che rimarrà di proprietà pubblica ?”
 

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