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Cronaca

Perché l’uovo di Colombo lo ha inventato Brunelleschi

Il celebre espediente non sarebbe stato ideato dal navigatore genovese, ma dall'architetto fiorentino oltre 70 anni prima. Una storia curiosa, legata alla costruzione della splendida cupola del Duomo

Tutti conosciamo l’aneddoto dell’uovo di Colombo. Secondo la versione più diffusa il navigatore, al ritorno dal suo intrepido viaggio nel Nuovo Mondo, fu invitato ad una cena in suo onore organizzata dal cardinale Pedro González de Mendoza. Durante il banchetto però i commensali cominciarono a sminuire l’impresa di Colombo, affermando con forza che chiunque avrebbe potuto compiere un viaggio del genere.

Il navigatore, ferito nell’orgoglio, lanciò agli invitati una piccola sfida: far stare un uovo ritto sul tavolo, senza alcun sostegno. Dopo numerosi tentativi falliti, Colombo intervenne e mostrò ai superbi ospiti come risolvere il problema: diede un piccolo colpo all’uovo, schiacciando leggermente una piccola parte del guscio, sufficiente a non farlo cadere e tenerlo in equilibrio sulla superficie. I commensali protestarono, dicendo che la soluzione di Colombo era fin troppo facile e che chiunque avrebbe potuto escogitarla. Fu allora che il navigatore pronunciò la sua celebre frase: “La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l'ho fatto!”. 

In realtà ne Le Vite (pubblicato nel 1550 e riedito in versione ampliata nel 1568), celebre trattato di Giorgio Vasari, l’aneddoto dell’uovo è collegato a Filippo Brunelleschi il quale, stando al resoconto, avrebbe messo in atto questo espediente oltre 70 prima del navigatore. Secondo quanto riporta lo scritto, Brunelleschi utilizzò il trucco dell’uovo nel 1418, al fine di convincere i sovrintendenti ad affidargli la costruzione della cupola. 

L’architetto fiorentino sosteneva infatti che sarebbe stato capace di “voltare” la cupola senza bisogno di armature: un’impresa che, agli occhi della commissione, appariva impossibile oltre che completamente folle. Di fronte al rifiuto, Brunelleschi lanciò loro una sfida: “Chi riuscisse a fermare in sur un marmo piano un uovo ritto, quello facesse la cupola, che quivi si vedrebbe l’ingegno suo”. Ovviamente l’architetto fu l’unico a riuscire nell’impresa e, supportato da altre ed altrettanto convincenti prove del suo ingegno, ottenne il prestigioso lavoro. 

Sebbene il Vasari sostenga di aver solo udito l’aneddoto, è pur vero che lo stratagemma dell’uovo ad opera del Brunelleschi viene riportato con qualche piccola variante anche nel “De Viribus Quantitatis” di Luca Pacioli, scritto tra il 1496 ed il 1508, mentre la prima opera che attribuisce l’episodio a Colombo, ovvero la “Historia del Mondo Nuovo” di Girolamo Benzoni, è sicuramente successiva, databile intorno al 1565. Infine, secondo alcuni critici, l’episodio non sarebbe attribuibile a nessuno dei due, ma si tratterebbe piuttosto di un aneddoto d’origine orientale, certo molto più antico di entrambi i personaggi storici a cui viene solitamente associato. 

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