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Cronaca

Palazzo Vecchio: l'Università inaugura l'anno accademico 2014-2015

Il rettore Tesi: "Incertezze sui finanziamenti, ma bene proposta su possibile riduzione del taglio che da 200 passerebbe a 50 milioni". Gli studenti: "Da blocco turnover effetti nefasti". Una matricola su 10 è straniera

Gli Atenei italiani “non hanno alcuna contezza del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) di loro competenza per l’anno in corso. Un FFO che si è ridotto del 15% rispetto al 2009, circa 1 miliardo di euro in meno”. Lo dice Alberto Tesi, rettore dell’Università di Firenze, nell’intervento che, da Palazzo Vecchio, inaugura l’anno accademico 2014/2015. Sistema di finanziamento che quest’anno, continua il rettore, “vede l’introduzione di modifiche di metodo, in particolare il cosiddetto costo standard dello studente. È paradossale che ancora gli Atenei non conoscano l’entrata maggiore del loro bilancio quando devono preparare il preventivo per l’anno a venire”.

Tuttavia, sottolinea Tesi, dalle proposte contenute nella legge di stabilità arrivano anche “alcuni segnali positivi, fra cui il consolidamento di 150 milioni di euro del FFO, che permette di contenere le riduzioni già in essere nel prossimo biennio”. Un consolidamento che se confermato, spiega il rettore, ridurrà i tagli previsti dai 200 ai 50 milioni per l’intero sistema che in ottica Firenze “vorrebbe dire un taglio di 1,5 milioni di euro a fronte dei 7 previsti”.

Tesi poi, tratteggia il quadro delle “incertezze, forti e che circondano” chi opera all’interno dell’Università. Tra le altre il turnover del personale che “manca di certezze sulla durata temporale della sua assegnazione, con scadenze, rinvii, proroghe all’ultimo minuto, che impediscono agli Atenei di procedere ad una concreta programmazione di metodo e di periodo”. Un clima che “potrà cambiare soltanto se riusciremo finalmente a considerare le risorse per l’Università come un investimento strategico per il Paese e non una spesa. C’è bisogno di un cambiamento culturale, che la politica può favorire: lo chiediamo da tempo, continueremo a farlo”. Un mutamento di rotta che passa “da alcune questioni urgenti, fra cui il diritto allo studio per i più meritevoli” ma che deve essere alimentato anche “al nostro interno, soprattutto favorendo il ricambio generazionale”. Un tema che, perimetrato su Firenze, fa dire a Tesi che “dopo i tanti pensionamenti degli anni scorsi, l’Ateneo ha definitivamente ripreso, grazie alla risistemazione delle finanze”.

STUDENTI STRANIERI Tra i nuovi iscritti dell’università di Firenze uno su dieci non è residente in Italia. Si tratta, sottolinea Tesi , “di un segnale che va colto e sul quale bisognerà lavorare con coerenza e attenzione”. Perché, secondo il rettore, per università “la capacità di muoversi su scenari internazionali diventerà sempre più condizione indispensabile”. Per questo è necessario “insistere sui processi di internazionalizzazione” sia “nella ricerca” che “nelle attività didattiche”.

AGRARIA A SESTO? IN CAMPO ANCHE SOLUZIONI ALTERNATIVE – La situazione del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino per quel che riguarda il piano di investimenti del patrimonio edilizio dell’Università di Firenze “è complessa”, perché “va tenuto conto delle incertezze che tuttora connotano l’area, nonché della mutata situazione economico-finanziaria degli enti pubblici interessati, che rende difficile la realizzazione di progetti immobiliari ad ampio respiro”. Complessità che Tesi lega adoppio filo con due partite che interessano l’area specifica: il futuro dell’aeroporto di Firenze ed il prolungamento della tramvia. Il riferimento è rivolto “all’articolato progetto di trasferimento di Agraria al Polo di Sesto”, in cui nel “confronto tra le istituzioni coinvolte” sta proseguendo “anche al fine di trovare soluzioni alternative”.

STUDENTI CONTRO BLOCCO TURNOVER – “Il blocco del turnover esteso ai professori ordinari e associati rischia di mettere in ginocchio interi dipartimenti, compromettendo l’eguale dignità degli studi universitari nelle varie aree del sapere”. Lo dice Anna Castelli, rappresentante degli studenti, nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico. Che aggiunge: “L’unico turnover che abbiamo visto in questi ultimi anni è stato quello dei ministri, ben quattro in tre anni”. Per Castelli è necessario “denunciare con forza gli effetti nefasti del blocco del turnover” anche perché, cita il caso fiorentino, “nel nostro ateneo il rapporto studenti/docenti sfiora le 30 unità, contro le circa 20 della media europea”.

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