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Cronaca

Unioni Civili, Rossi e Nardella: "Passo avanti per nuovi diritti"

Approvata ieri la legge sulle coppie di fatto e omosessuali, soddisfatti Pd toscano e sindaco di Firenze: "Pari dignità sociale ai cittadini"

E' stata approvata ieri in via definitiva alla Camera la legge sulle Unioni Civili, salutata in una giornata salutata da molti come "storica" per i diritti delle coppie di fatto e omosessuali.

Dalla Toscana arriva la soddisfazione di Enrico Rossi. "Passata grazie al PD la legge sulle Unioni Civili: pari diritti del matrimonio alle coppie di fatto e a quelle omosessuali. Votano contro tutte le opposizioni reazionarie nel segno dell'ipocrisia e della strumentalizzazione, compreso il M5S. La Lega e Marchini aggiungono un carico di sciocchezze", scrive su Facebook il presidente della Regione.

Il riferimento di Rossi è al all'appello di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che ha chiesto ai suoi sindaci di non applicare la legge. Il candidato a sindaco di Roma Alfio Marchini, sostenuto da Forza Italia, Ncd e La Destra ha invece dichiarato che, nel caso fosse eletto sindaco, non celebrerà le unioni gay. Affermazioni pre-elettorali che, hanno riposto in molti dalla maggioranza, "se fossero seguite da azioni in tal senso li metterebbero fuori dalla legge, con tutte le conseguenze del caso".

Soddisfatto anche il sindaco di Firenze Dario Nardella. "La legge sulle unioni civili - commenta il sindaco -, è un chiaro passo in avanti verso il riconoscimento di nuovi diritti. Come sindaco mi appresto ad applicare questa nuova legge apprezzandone il valore sociale: si attua il principio della nostra Costituzione sulla pari dignità sociale dei cittadini senza distinzione di orientamento sessuale. Da cattolico non mi sento ferito o limitato da questi nuovi diritti che non ledono la libertà religiosa né minacciano la nostra identità e il valore del matrimonio".

Nella maggioranza però non sono mancati i distinguo nè qualche delusione per il "depotenziamento" della legge, il fatto per esempio di avere tolto dalla stesura finale del testo il riferimento al termine "famiglia" per le coppie dello stesso sesso (si parla solo di "specifica formazione sociale", è stata forte la pressione di Chiesa e cattolici in questo senso) e quello di aver eliminato la cosiddetta "stepchild adoption", cioè la possibilità, da parte del partner, di adottare il figlio del compagno (o compagna).

Emblematico il caso di Michela Marzano, deputata dal Pd, che dopo aver votato sì alla legge ("sarebbe stato un crimine non farlo"), si è dimessa dal Partito democratico, perché, come spiegato nella lettera al capogruppo Pd Ettore Rosato, riportata da Repubblica, "il mancato riferimento a famiglia e stepchild adoption è per me un vulnus difficile non solo da accettare, ma anche da giustificare pubblicamente. Avrei difficoltà a difendere la mia storia davanti ai miei studenti".

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