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Cronaca

Emergenza ungulati: ultrasuoni per difendere le coltivazioni

Il progetto Ultrarep finanziato dalla Regione Toscana. Confagricoltura: "Un sistema innovativo che sta riscuotendo interesse in tutta Italia"

Gli ultrasuoni come nuova "arma" per difendere le coltivazioni da cinghiali e caprioli. Un problema da risolvere in Toscana, quello del numero di ungulati, che nel recente passato ha portato problemi, come l'arrivo dei cinghiali in città, oltre che polemiche per gli animalisti che hanno contestato il piano di abbattimento deciso proprio per i troppi danni alle coltivazioni. 

I primi risultati dell’innovativo progetto “Ultrarep” non si sono fatti attendere: i dissuasori progettati per l'allontanamento degli ungulati selvatici, sistemati accanto ai campi coltivati e alimentati da pannelli fotovoltaici funzionano, come racconta la prima sperimentazione fatta nel corso dell'ultimo anno nel territorio del Castello di Brolio e le altre prove che si stanno conducendo al Parco di San Rossore, sotto la guida del Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni.

Dopo la prima fase sperimentale ora il gruppo di lavoro sta delineando un piano strategico che consenta di introdurre la tecnologia ad ultrasuoni su scala interaziendale: i dispositivi sono collocati sul territorio, nei campi di più aziende agricole, in modo che, grazie ai segnali emessi, gli animali siano indotti ad allontanarsi seguendo “corridoi ecologici”, percorsi obbligati in direzione di aree boschive o parchi naturali, così da evitare che possano semplicemente spostarsi nella vigna del “vicino” (magari sprovvisto di protezioni).

Una volta delineato il piano strategico verrà candidato a un bando regionale  (Sottomisura 16.2 del PSR della Regione Toscana) per ottenere lo stanziamento necessario a finanziare le attività dimostrative.

Il progetto “Ultrarep” è uno dei 20 progetti finanziati con fondi Feasr dalla Regione Toscana (nell'ambito del bando Sottomisura 16.1 del PSR, "Sostegno alla costituzione dei Gruppi Operativi del Partenariato Europeo per l'Innovazione”).

“In questo progetto ci abbiamo creduto fin da subito – commenta Marco Mentessi, direttore di Confagricoltura Toscana – ora speriamo di trovare altre aziende che partecipino al progetto. L’utilizzo del sistema che sfrutta gli ultrasuoni non può essere un’alternativa alla caccia, ma può essere un contributo concreto alla difesa del territorio, non solo delle coltivazioni, per riuscire a ridurre i danni causati da questi animali, con vantaggi dal punto di vista economico, ambientale e sociale”. Continua Mentessi: “Il progetto sta riscuotendo interesse in altre regioni d’Italia; possiamo considerarci gli apripista di un sistema innovativo ed efficace”.
 

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