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Grandi Uffizi, progetto fermo. Renzi attacca il governo: "I soldi vanno presi"

Per il completamento dei lavori del primo lotto mancano 27 milioni di euro. Per il sindaco di Firenze è il segno "della mancanza di attenzione alla cultura che genera risorse"

Cultura e opere pubbliche. A Firenze sono due i cantieri di interesse nazionale aperti ed ora in un certo senso fermi al palo: il nuovo Teatro dell’Opera delle Cascine, la nuova casa del maggio fiorentino e non solo, e un pezzo di storia dell’arte di prestigio planetario, gli Uffizi. Custodi di opere eterne, conosciuti in tutto il mondo, il futuro della galleria si chiama Grandi Uffizi. Ma per completare il sogno Firenze ha bisogno di almeno 27 milioni di euro, solo per il primo lotto. Per questo in mattinata Renzi, presente all’inaugurazione di Florens 2012, la biennale internazionale dei beni culturali e ambientali, ha alzato la voce: “I soldi agli Uffizi non vanno dati, i soldi dagli Uffizi vanno presi: gli Uffizi sono una macchina da soldi, se la facciamo gestire nel modo giusto, se lo Stato decide finalmente di dare a chi la gestisce tutti gli strumenti”.

Rispondendo a distanza al presidente della Fondazione Florens, Giovanni Gentile, che aveva auspicato un rapido completamento per i Grandi Uffizi e per la controversa loggia progettata da Arata Isozaki, Renzi ha osservato che “il tema della loggia di Isozaki è interessante dal punto di vista culturale: io sono pragmatico e dico, intanto dateci i soldi per finire il ristorante, perché mancano ancora 27 milioni per completare l’ultimo lotto dei lavori. L’accordo fatto a suo tempo con Bondi era che intanto tirassero fuori questi denari. Ancora mancano: ed è il segno non tanto della mancanza di 27 milioni, ma della mancanza di attenzione alla cultura che genera risorse”. Per il sindaco ''la dimostrazione più evidente di ciò è il fatto che lo Stato italiano paghi il direttore degli Uffizi un quarantesimo di quello che paga il presidente dell'Inps”.

Anche per la soprintendente del Polo museale fiorentino, Cristina Acidini, completare il progetto dei Grandi Uffizi è una priorità. “Noi stiamo lavorando – ha ricordato la soprintendente – per la continuazione dell'apertura di sale nuove. Già due tranche sono state aperte, si è rinnovata interamente la tribuna, e sono in programma ulteriori fruizioni di spazi espositivi permanenti, nonché', con un prossimo intervento del progetto Nuovi Uffizi, l'apertura di uno spazio fino ad ora non fruibile per esposizioni temporanee. C’è un cronoprogramma complesso”. E sulla Loggia di Isozaki? Secondo Acidini “si tratta di costruire il consenso intorno ad un progetto che tutti conosciamo bene, e che però deve avere una forma di messa in moto più politica che non tecnica. Un intervento contemporaneo, in un contesto di qualità e antico come quello degli Uffizi, non potrà mai riscuotere un consenso universale. Quindi, qualsiasi sia il tempo in cui verrà realizzata, non potrà suscitare un consenso unanime, perché è nella natura stessa dell'iniziativa essere sotto il segno della dialettica, e anche del dissenso”.
 

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