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Cronaca

Uccise la moglie malata di Alzheimer: "Non volevo più che soffrisse"

La storia di un 85enne raccontata dal Corriere Fiorentino: l'uomo è finito a processo per omicidio volontario

Ha ucciso la moglie perché malata di Alzheimer. “Non volevo che la mia Mara soffrisse ancora. Ma forse solo chi convive con una persona malata di Alzheimer può capire un gesto così estremo”, ha raccontato al Corriere Fiorentino che ha riportato la notizia. Si chiama Vitangelo Bini che, per 35 dei suoi 85 anni, è stato ispettore della polizia municipale. Mara Tani, la moglie, era malata da dodici anni. Era il 2007: “L’Alzheimer si era preso ormai mia moglie, che era ridotta a un mucchietto di carne e ossa: pesava appena 40 chili — ha raccontato Bini al Corriere — ma la prognosi dei dottori mi sconvolse. Non esitai: misi in una borsa lo spazzolino, due asciugamani e una pistola e presi un taxi per l’ospedale. Guardai mia moglie per l’ultima volta, le coprii con due asciugamani il viso e il petto perché non venissero deturpati dai colpi di pistola. Poi sparai. Uno, due, tre volte, finché capì che era finita”. Il 5 maggio scorso si è aperto il processo per omicidio volontario in corte d’Assise, a Firenze.

“Stirava i pezzi di stoffa con le mani e li infilava in una borsa. Poi, la svuotava e ricominciava da capo – ha raccontato ancora Vitangelo, milanese di nascita con un passato da campione di lotta greco romana, calciante Azzurro e la passione per karate e immersioni subacquee - non vedevo più gli amici, non giocavo a tennis, ma non mi pesava perché ogni gesto era dedicato a lei”. Gli ultimi giorni Mara “non mangiava più, rifiutava di bere, non si lamentava, dormiva soltanto. Provavo a scuoterla e non reagiva. Chiamai il 118, arrivò l’ambulanza e la portarono via in un telo, senza nemmeno la barella. In quel momento capii che era finita”.

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