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Turismo "soffocante", la proposta: “Creiamo una Firenze diffusa”

La proposta del presidente di Federalberghi di allargare l'offerta per decomprimere il centro storico e far beneficiare anche il resto della città. Mazzetti di Forza Italia e Confartigianato chiedono un piano per salvare l'artigianato

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Con la nuova stagione turistica che sta per arrivare, il problema overtourism tiene banco in città. Se i numeri hanno spiegato che economicamente si sono venute a creare due Firenze, quella del centro storico che vive di turismo e l'altra di manifattura e servizi, dalle categorie arrivano le prime proposte per cercare di invertire la tendenza.

Una Firenze diffusa

Se Enzo Cusumano, presidente di Cna professioni e Centro Guide Turismo, suggeriva una specie di numero chiuso come il fermo delle prenotazioni scolastiche al 31 marzo per tamponare l'assalto al centro storico, di tutt'altro avviso Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze. “Il numero chiuso non è la soluzione – osserva Bechi – non c'è da chiudere o mettere divieti ma da deconcentrare. Ormai sono 30 anni che sento sempre parlare del quadrilatero d'oro, che giustamente le persone vogliono visitare. Ma cosa si è fatto per allargare la visita al di fuori? Mi permetto di dire: poco o niente”.

Allargare l'offerta quindi potrebbe essere una delle soluzioni. “È inutile stare a ragionare di una stanza in più o in meno – prosegue il presidente di Federalberghi - Allarghiamo, dilatiamo il territorio visitabile. Creiamo più punti di attrattiva. Anche aree per i giovani o per le famiglie. Si parla di Uffizi allargati, diffusi? Facciamo la stessa cosa per la città, creiamo una rete che spieghi al visitatore che ci sono altri luoghi della città e della nostra zona dove ci sono bellezze incredibili. Anche il parco delle Cascine, un bellissimo parco rinascimentale che una città come la nostra deve avere a disposizione, sia di chi la vive che di chi la visita. Tutte le grandi città li hanno, vissuti 24 ore su 24. Però alle Cascine ci passate la sera o la notte? Bisogna creare un modello che ampli”. 

Fermare l'emorragia di botteghe

In 11 anni, tra il 2012 e il 2023, a Firenze sono venuti meno 1006 esercizi commerciali stando all'ultimo osservatorio realizzato da Confcommercio.  “Dove c’è un negozio – afferma Erica Mazzetti, parlamentare pratese di Forza Italia – c’è vita e c’è socialità, altrimenti prosperano illegalità e insicurezza: salvaguardare il commercio dev’essere una priorità ma per farlo bisogna mettere al centro la rigenerazione urbana. I nostri centri storici si stanno svuotando di funzioni e di persone ma non è solo colpa di tasse, caro affitti o bollette e neanche del turismo di massa. Manca un piano di sviluppo per le città”.

La mancanza di un piano, trova d'accordo anche le categorie. "L'artigianato fiorentino è interessato direttamente dal mercato turistico, dalle produzioni artigiane autentiche fino al trasporto e ha quindi prima di tutto dei ritorni positivi dai flussi turistici – sottolinea Serena Valvolo, presidente di Confartigianato Firenze - Il settore del turismo ha ottenuto un peso ingente nell'economia fiorentina tanto da valere 5 miliardi. Abbiamo bisogno per questo di una politica strutturale per il turismo che metta insieme le esigenze di tutti, dei residenti, dei proprietari di casa e non solo. Serve un tavolo permanente sul turismo, promosso dal comune di Firenze e allargato ai corpi produttivi e rappresentanze".
 

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