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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Tumori: la Menarini avvia la ricerca contro la sindrome da lisi

Si chiamerà 'Florence' il progetto che testarà il Febuxostat per combattere una delle complicazioni più spinose legate alla cura di alcuni cancri ematologici, come leucemie e linfomi

Il tumore rimane una brutta bestia. In molti riescono a sconfiggerlo, altri cadono sotto i colpi delle cellule impazzite. Poi ci sono quelli che resistono nel tempo, chiudono una partita e poco dopo ne aprono un'altra. Combattere il cancro non mai uno scherzo, le piccole o grandi complicazioni sono all’ordine del giorno. Come la sindrome da lisi tumorale, un problema metabolico che può insorgere nel trattamento di alcuni tumori ematologici, come leucemie e linfomi. Un fenomeno che nasce e parte nel momento stesso della cura, quando la chemioterapia distrugge le cellule tumorali. In alcuni casi tuttavia l’organismo risponde alla terapia ‘saturando’ il sangue di acido urico; tutto questo si può tradurre in insufficienza renale acuta, disturbi cardiologici e neurologici. Per cercare di ovviare e superare questo grave effetto collaterale la Menarini, la casa farmaceutica fiorentina, avvierà un periodo di sperimentazione sul Febuxostat, un principio attivo già registrato dall’azienda nel 2008 per la cura dell'iperuricemia gottosa. Il colosso della farmaceutica toscana vuol capire se il farmaco può avere effetti positivi nella sindrome da lisi tumorale.

Un progetto da 50 milioni di euro dal nome che richiama la forte connotazione geografica dell’azienda, ‘Florence’. Un trial che coinvolgerà 400 pazienti in otto Paesi europei, ed una cronotabella già programmata: l’inizio della sperimentazione è fissato per la metà del 2012; circa un anno e mezzo dopo, a fine 2013, dovrebbero essere raggiunti i risultati previsti; da qui la commercializzazione fissata per il 2015. “Con l’avvio di questo studio – ha spiegato Carlo Alberto Maggi direttore della Ricerca & Sviluppo del Gruppo Menarini – cerchiamo di vedere se è possibile prevenire la sindrome da lisi tumorale, utilizzando Febuxostat: gli esiti di questa sindrome possono infatti essere molto pesanti per il paziente, su cui grava già il peso del tumore ematologico per cui riceve la chemioterapia. Purtroppo, infatti, la sindrome può verificarsi proprio quando la chemioterapia raggiunge il suo effetto maggiore sui pazienti affetti da tumori ematologici e nel momento in cui il tumore sta rispondendo adeguatamente alla terapia”.

Oggi la prevenzione della sindrome da lisi tumorale si basa su una vecchia molecola (allopurinolo) in uso ormai da più di 30 anni, che presenta limiti oggettivi di efficacia nel mantenere bassi i livelli nel sangue di acido urico e problemi di tollerabilità. Esistono, inoltre, farmaci biologici innovativi ed efficaci che sono però penalizzanti dato l’elevato costo che grava sul sistema sanitario nazionale. “Il farmaco Menarini è più potente e più tollerabile della vecchia molecola allopurinolo e di più facile somministrazione rispetto ai farmaci biologici. Inoltre – ha aggiunto Maggi – ha un costo notevolmente più contenuto rispetto ai biologici e quindi più accessibile”.  “Non possiamo che esprimere soddisfazione per la scelta di una delle grandi aziende del nostro territorio di investire sulla ricerca in un settore così delicato come l’oncologia e di dare a questo progetto il nome della nostra città – ha dichiarato l’assessore al welfare Stefania Saccardi –. Auspichiamo che il nome di Firenze possa portare fortuna alla sperimentazione e, conseguentemente, a tutte le persone che soffrono a causa di patologie gravi”.
 

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