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Cronaca

Traffico, test sui viali: tutti in trappola, nonostante la tramvia | FOTO

Sosta selvaggia: caos in viale Belfiore. Gli imbuti allo Statuto e le lunghe attese ai semafori

Milioni di passeggeri, un mezzo di trasporto ecologico e dai tempi certi. Com'è facile adesso, specialmente da alcune zone, arrivare alla stazione e all'aeroporto. Ma ricordate qual era il vero obiettivo per il quale è nato a Firenze il progetto tramvia? Ridurre il traffico in città. 

Basta fare un giro per i viali per accorgersi che il risultato sembra per la verità molto lontano. Anzi, per molti versi la situazione è persino peggiorata. A tutte le ore, e soprattutto nelle zone intorno ai binari del tram, gli ingorghi si sono moltiplicati.

Siamo a metà mattinata (intorno alle 10.30) sul viale Belfiore, dove un serpentone di auto che arrivano da Novoli, San Jacopino e dalla Fortezza è incolonnato al semaforo verso Porta al Prato. Ad ostacolarlo una fila di auto in sosta selvaggia, accostate sulla destra nella corsia dedicata alla marcia dei mezzi. Partono all'area ex Fiat per arrivare fin quasi all'incrocio con via Toselli. Una cattiva abitudine che si ripete quotidianamente e che sembra indotta dalla carenza di parcheggi. Nessun vigile interviene. E' un bel caos.

Caos in viale Belfiore: auto in sosta selvaggia

"Prendete la tramvia e lasciate l'auto", continuano a ripetere da tempo le istituzioni locali. Ma dipende da dove devi andare: non tutti si dirigono a prendere un treno a Santa Maria Novella o un volo a Peretola. E non tutti, per fortuna, devono andare a Careggi. Tanti vanno solo a lavorare e hanno bisogno di spostarsi ripetutamente. Magari trasportando merce. E con gli autobus sopravvissuti ai tagli si va poco lontano.

La sensazione che il traffico scoppi c'è anche intorno a via dello Statuto: basta un mezzo tamponamento per mandare tutto in tilt. Non ci sono vie d'uscita: o riesci a sfangarla nell'unica corsia disponibile, o sei del gatto.

Una vera e propria odissea, un classico ormai, è quella che tocca a coloro i quali passano per gli incroci nevralgici, dove i semafori multi-tempo sono capaci di farti rimanere fermo con il rosso anche per alcuni minuti. E dove i sensori "intelligenti" che avrebbero dovuto smaltire il traffico in base ai flussi, sono stati un bluff costato alcune centinaia di migliaia di euro. Buttati via.

E così, quello che dall'entrata in esercizio della linea 1 (anno 2010) accade in piazza Batoni e nel punto in cui via Alamanni e via Jacopo da Diacceto si incontrano per confluire alla stazione, succede, per fare un esempio, anche in piazza Dalmazia. Traffico e tram si ramificano e incocciano in un grappolo di direzioni: e giù a svernare in attesa del verde.

Insomma, con oltre 700 milioni di euro di denaro pubblico speso per le tre linee, i disagi dei cantieri per i commercianti (tante attività hanno chiuso in viale Talenti prima e in via dello Statuto poi) e quelli sul traffico, ci si poteva aspettare qualcosa di più che un trenino veloce che ci porta a prendere il treno, l'aereo o all'ospedale (solo uno, perché a Torregalli si è preferita la fermata di viale Nenni).

Giusto perché le cose non si facciano solo "per far girare l'economia" con i soldi dei cittadini, ma risposte alle esigenze della città. 

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