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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza Piave

La torre della Zecca

La torre della Zecca doveva essere l'ultimo tassello, verso l'Arno ad est, delle mura di Firenze per questo era chiamata anche "torre terminale"

La torre della Zecca doveva essere l’ultimo tassello, verso l’Arno ad est, delle mura di Firenze per questo era chiamata anche "torre terminale". Oggi si trova in mezzo a uno svincolo stradale dei viali di Circonvallazione in piazza Piave, vicino all'omonimo lungarno della Zecca Vecchia.

La torre fu eretta per proteggere il mai costruito ponte Reale (progettato negli anni precedenti alla disastrosa alluvione 1333 e così intitolato in onore di Roberto d'Angiò) e a difesa della parte della cerchia di mura che insisteva in questo tratto.

Nel 1532 fu incorporata su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, a fungere da bastione, nella fortezza Vecchia o "baluardo di Mongibello”. Il progetto era stato voluto da Alessandro de' Medici per migliorare le difese della città dopo il rischioso episodio dell'assedio di Firenze (1520 - 1530).

Per un po’ di tempo la torre ospitò l’officina della Zecca fiorentina - a cui deve il nome - dove si coniavano i giorni d’oro della Repubblica. Per il conio delle monete erano fondamentali i magli e per farli funzionare era necessaria una grande forza motrice, che era data dall’acqua del fiume. Quando anticamente la zecca si trovava nell’attuale Loggia dei Lanzi, la forza necessaria era data dall’acqua del torrente Scheraggio che correva lungo l'attuale via della Ninna.

Verso la fine del Settecento Gaspare Paoletti volle realizzare, nella torre, un sistema idrico che raccoglieva le acque d'Arno sulla sommità della torre e poi, lungo tubature dislocate sulle mura, arrivavano ad alimentare le fontane dei giardini di villa La Mattonaia.

Nel corso dei lavori di ingrandimento della città progettati da Giuseppe Poggi fu isolata e posta a traguardo dei viali di Circonvallazione.

Negli anni cinquanta del Novecento alcuni ambienti furono occupati da un circolo ricreativo.

Adesso sul lato che affaccia sull’Arno si trova una targa con alcuni versi di Dante dedicati al fiume.

La torre è chiusa al pubblico ed è un peccato perché all’ultimo piano c’è una “terrazza” dalla quale il panorama deve essere magnifico.

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